Visualizzazione post con etichetta Florilegio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Florilegio. Mostra tutti i post

domenica 31 gennaio 2010

The Catcher in the Rye died at the age of 91



[...]Migliaia di ragazzini, e intorno non c'è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull'orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere nel dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l'acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l'unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. Lo so che è una pazzia.



sabato 28 marzo 2009

la virtù dell'errore


"Il fallimento di un'ipotesi è il culmine della nostra conoscenza"


[Warren McCulloch 1898-1969]

mercoledì 18 marzo 2009

Anosognosia Sinistra

(ovvero Parole a sProposito II)


I pazienti che hanno subito accidenti vascolari importanti a carico della corteccia parietale destra possono perdere non solo la percezione e l'uso del proprio lato sinistro, ma la conoscenza stessa di esso, di tutto ciò che si trova alla propria sinistra, ed in effetti, dell' Idea stessa di Sinistra.
[Oliver Sacks - neurologo]



Strano... Deve essere una sindrome rara ovunque ma non in Italia...

giovedì 5 marzo 2009

Atomi a buon mercato

Trittico Atomico - I

C’è un problema: un errore che spesso la gente compie. Si pensa che il nucleare possa ridurre il costo dell’energia. Questo non è vero.
[C
arlo Rubbia - Nobel per la Fisica]

mercoledì 25 febbraio 2009

il mignolo veggente

"In questo l'infanzia è vicina all'animalità: elegge a comandare i meno capaci o i meglio imbellettati, i tangheri e gli sbruffoni, e affiderebbe volentieri il suo destino ad un gorilla in livrea rossa. Ignoro se l'età adulta si sia del tutto liberata da questo complesso dell'apparenza. Il mio mignolo dice di no."
[Georges Picard]




Anche il mio.

martedì 24 febbraio 2009

parafrasi medica


"La religione non è l'oppio dei popoli, è il placebo dei popoli"

[Gregory House MD]

sabato 7 febbraio 2009

Residui Sovietici


"Le riforme della Costituzione sono necessarie perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l’influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni"

S. Berlusconi - 7 febbraio 2009

lunedì 26 gennaio 2009

Il Mo.St.Ro I

Capitolo I: "La conta per la Contea"

La Contea era stata molto più grande, un tempo. Ma oggi il leone rampante in campo azzurro non dominava neppure un sesto delle storiche terre degli avi. Ed al castello non stava più nessuno. Nemmeno i confini parevano più presidiati e nessun cavaliere, nè cavallo alcuno, pattugliavano gli stretti sentieri dei colli d'intorno. Ovunque giaceva il silenzio ed un meriggiare tra ricordi sopiti, ,ma sotto la pallida luna d'inverno qualcuno tramava nell'ombra, una volta in più delle altre. Nelle terre della costa il Falco adocchiava la preda, stanca e passita, che pasteggiando nel loto era dimentica di ogni cosa.
Il Falco stava, operoso, in attesa.



"La contea un giorno sarà del Falcone" disse il Grigio signore, alto e sottile, increspando le labbra minute, serrate tra i baffi ed il Pizzo appuntito.

La Volpe gli era dintorno, sinuosa.
Ripetè la litania, quella solita cosa.
"Mio signore" si fregava le mani
"Se unissimo tutti questi Villani...
Se ai nostri unissimo il volgo sarebbe gran cosa!
Dovremmo dirlo all'Albero dove il Falco si posa."
"E poi" disse il signore vibrando le nari
"Pensami a capo di tutti quei Legionari"
Entusiasta la Volpe della sua vecchia idea
"Prenderemo il controllo della Contea!".

[continua?]

sabato 22 novembre 2008

L'usignolo senza talento

note biografiche sulla vita della famigerata soprano Foster

C'è stato un tempo in cui non c'era mai stato il punk con il suo portato idiosincrasico verso la tecnica come mezzo di valutazione dell'artista ("Fanculo qualsiasi tecnica, ciò che importa è l'anima di chi suona e non la qualità dello strumento." G.L.Ferretti).
Un tempo in cui non c'era il rock, e "trash" non era alcun genere codificato. Un tempo in cui la lirica dominava le scene concertistiche, nel bene e, ovviamente, nel male.

Inizi del secolo americano, east coast, Pennsylvania.

Questa è la storia di una donna facoltosa, ma profondamente insoddisfatta, si chiamava Florence Foster. Voleva cantare, calcando i palchi di legno cigolante degli stati uniti di fine ottocento, ma gli ostacoli di una famiglia tradizionale e le responsabilità di un matrimonio combinato le imponevano di rinunciare e dedicarsi all'insegnamento.

Ma Florence non ci sta a ridimensionare i suoi sogni, e come nella miglior tradizione della "american way", prende in mano il proprio destino, lascia il marito e un giorno, dopo la morte del padre, prende un bel gruzzolo di soldi ereditati e comincia ad investirli per fondare club musicali e finanziare anche la propria vita artistica, affittando teatri e interi complessi.

Il classico sogno americano dunque? La cenerentola della lirica?
Non proprio. Purtroppo Florence è scarsa.
Davvero scarsa. Sembra non essere in grado di reggere una nota, tantomeno di sostenere l'interpretazione di opere di Verdi, Mozart o Strauss come si affanna a fare... Eppure, nonostante il letterale inferno che la critica le scatena contro, nonostante i suoi accompagnatori debbano farsi in quattro per seguire le sue continue frammentazioni irrispettose del ritmo, nonostante tutto questo il pubblico è FELICE, RIDE ed applaude...

E Florence Foster Jenkins diventava famosa, sempre più famosa.
Lei, perennemente convinta delle proprie doti canore, non si lasciava turbare dall'oceano di contumelie che le venivano lanciate addosso dai critici sui giornali. Il "suo" pubblico, fatto di frequentatori di club e di ottimi borghesi come lei, la apprezzava, si divertiva, si congratulava alla fine delle sue performance canore.



Di lei è rimasta qualche registrazione. Che inevitabilmente ci fa stare dalla parte della critica.
La carica di involontaria comicità, il paradosso reso, per chi ha letto TinTin, nel pensiero di una Bianca Castafiore che, in carne ed ossa si vanti di essere un eccelso soprano, sono componenti basilari per capire questo personaggio che strenuamente ha sempre difeso, per tutta la propria vita, la sua supposta valenza artistica nel campo della lirica.

La prima icona trash della storia si esibì in decine di club musicali e persino, in quel gran finale che ogni opera, ogni reality, ogni grandiosa epopea merita, nell'acme scenico della Carnegie Hall, il tempio lirico della 7.ma avenue newyorkese, il palco di Rachmaninov, di Richard Strauss, di Schönberg...

La grande esibizione ebbe luogo il 25 Ottobre del 1944, lei ormai più che settantenne, in un clima da "tutto esaurito", un teatro stracolmo ed una prova degna della sua tradizione, un succedersi ininterrotto di strida, gridolini, acuti irragionevoli, stonature e graffi sonori felini...
Pubblico pronto a spellarsi le mani e critici che dardeggiavano strali da taccuini infervorati.
Stonature a prova di orecchi inesperti o distratti.

Un mese dopo, il 26 Novembre 1944, Florence morì.
L'incapacità lirica aveva rotto il tabù del tempio americano della buona musica, l'ingenuità semplicistica di un nuovo modo di fare spettacolo, che riduce tutto ad uno schema che contrappone noia a divertimento, gettava il suo primo seme.
Non sappiamo se la Foster morì per lo sconvolgimento interiore portato da una critica mai così feroce, o se abbia per la prima volta sentito le risa del pubblico oltre agli applausi. Possiamo immaginare però, con un pizzico di tenerezza, che la sua ingenua convinzione di essere una grande stella non sia stata infranta, e che fino al trapasso lei abbia avuto l'ostinata, quasi fanciullesca, sicurezza interiore, di aver servito la lirica, secondo il suo paradossale motto "People may say I can't sing, but no one can ever say I didn't sing."


Due album musicali con tracce d'epoca, un musical, citazioni nel mondo del cinema... L'immortalità, anche se non proprio come la voleva lei.

La società dello spettacolo deve qualcosa a questa donna.

P.S: Al tempo non esisteva (ancora) la televisione, altrimenti Florence sarebbe andata in prima TV, ed Aldo Grasso sul corriere della sera ci avrebbe detto che questa, in fondo, è buona televisione.

martedì 4 novembre 2008

Investimenti Elettorali




Una manciata di ore e da una costa all'altra del "nuovo continente" il fruscio delle schede, ma soprattutto lo schioccare dei tasti delle macchine elettroniche inizierà a risuonare.
Ultime ore per i dibattiti, per i colpi bassi, per convincere quell'incredibile percentuale di indecisi cronici a cui non è bastata una campagna elettorale durata 18 mesi buoni per prendere una decisione.
Ohio e Pennsylvania cosa ne penseranno del candidato nero un po' snob che gli presenta il partito dell'asinello? E i vecchi della Florida? Ecco il classico dibattito sugli stati in bilico... Appassionante ma sterile...


Quindi, essendo inutile stressarsi pensando a quanto i ragazzi a stellestrisce tradiranno le aspettative del resto del mondo votando con il basso ventre piuttosto che con l'emisfero dominante, Mi sono dedicato a qualcosa di faceto: ho scoperto che una casa di fumetti, precisamente la IDW Publishing ha prodotto albi di propaganda per ambo i candidati, delle biografie a fumetti dai toni agiografici che fanno risplendere le imprese del reduce e del ragazzo di colore.

Ho comprato l'albo di Obama: 3 dollari e 99 cent.
La vita difficile, le litigate ai tempi del college, il periodo da capellone anni '70, la grande dirittura etica, la solidità del suo matrimonio, le difficoltà della politica, il grande sogno delle primarie... In poche pagine una cavalcata di speranza.

Cavolo da noi il fumetto nessuno lo ha mai fatto prima.
Silvio mi pare avesse inaugurato l'era del fotoromanzo.
Comunque lo considero un investimento.
Speriamo che il ragazzo vinca...
Anche perchè penso che la biografia a fumetti di un perdente non valga molto.

Leggereste la vita a fumetti di Dukakis per caso?

domenica 2 novembre 2008

Storie di Regicidi Mancati

Qualche tempo fa girando nella città di M. mi sono chiesto chi fosse l'Oberdan della piccola via centrale omonima, fonte di particolare attenzione perchè coinvolta nei cambiamenti dei sensi unici. A volte la toponomastica suscita curiosità, credo che in effetti sia lo scopo stesso del toponimo viario, quello di serbare traccia, per quanto piccola, della persona il cui nome sta vergato a lettere nere su sfondo bianco.

Guglielmo Oberdan.
Un Austro - Veneto - Sloveno irredentista e patriota, così dice wikipedia... Tralasciando i dolori addominali che l'uso della parola "patriota" mi provoca istantaneamente, ho comunque deciso di approfondire la figura dell'Oberdan... Anche perchè a Trieste gli è stata intitolata oltre alla piazza sede della regione FVG, anche una scuola, e gli è stato dedicato un monumento nel museo del Risorgimento... Deve essere stato uno importante, questo Oberdan.
La farò breve, comunque.
L'Oberdan passa la sua gioventù a Trieste, figlio di una ragazza madre Slovena, abbandonata da un ufficiale austro - veneto, mantiene il cognome di lei, Oberdank, che poi italianizzerà una volta maturate le idee filo-italiane.
Diserta dall'esercito Austriaco all'età di 19 anni e si trasferisce al di là del confine, in Italia.

La sua grossa opera al servizio dei movimenti irridentisti è l'aver organizzato un attentato contro l'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria, nel settembre del 1882. Attentato miseramente fallito, che però costa la vita a due giovani, di cui un sedicenne, tra gli inermi spettatori triestini. Per i fatti viene arrestato a Ronchi, condannato per regicidio e impiccato a Trieste il 20 Dicembre di quello stesso anno, si dice concluda la sua vita urlando "Viva l'Italia, Viva Trieste Libera".

Mettiamo via le notazioni morali sul considerare grande patriota un semplice attentatore anche incapace di portare a termine il suo compito... E dire che in quegli anni i regicidi non erano certo pochi, sia l'imperatrice Sissi sia il Re d'Italia Umberto I, che il presidente di Francia Carnot caddero vittima di regicidio da parte di tre anarchici Italiani, Lucheni, Bresci e Caserio (a cui non credo siano state titolate tutte 'ste vie, tranne su cartelli cartacei messi nottetempo da anonimi attorno al 29 luglio). Poi abbiamo già ricordato anche in questo blog la lunga tradizione di regicidi della terra Serba... Insomma diciamo che erano anni in cui l'attentato al capo di stato non era poi così occasionale...

C'è però una cosa importante da notare del 1882, che forse non viene in mente immediatamente. Nel Settembre del 1882 l'Italia e l'Austria erano Alleate. ALLEATE.
Nella triplice alleanza, e lo sarebbero state ancora per diversi anni. Insomma: una via dedicata ad un attentatore che in tempo di pace tentò di uccidere il sovrano di una nazione alleata, fallendo. Non c'è che dire...


Una canzone popolare, il cosiddetto "Inno a Oberdan" celebra l'attentatore con alcuni versi:


 Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!

Le bome, le bombe all'Orsini,
il pugnale, il pugnale alla mano;
a morte l'austriaco sovrano,
noi vogliamo la libertà.

Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!

Vogliamo formare una lapide
di pietra garibaldina;
a morte l'austriaca gallina,
noi vogliamo la libertà.

Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!

Vogliamo spezzar sotto i piedi
l'austriaca odiata catena;
a morte gli Asburgo Lorena,
noi vogliamo la libertà.

Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!



Nella canzone si parla delle bombe fatte alla maniera di Orsini, ovvero degli apparecchi esplosivi artigianali ricolmi di chiodi e frammenti di metallo, grandi classici degli attentati insurrezionalisti dell'800.
Ma questo Felice Orsini? Altro grande componente di quella sfilza di Italiani che giravano per l'europa assassinando gente importante nel corso del secolo decimonono. Orsini tentò di uccidere nel 1858 Napoleone III, poichè lo accusava di aver impedito la realizzazione dei Moti del '48. Fallì, venne incarcerato e ghigliottinato ma divenne famosissimo ed apprezzato in Patria...
L'anno dopo Napoleone III aiutò l'Italia nella guerra Austro-Franco-Piemontese del 1859. Adesso al signor Orsini, quasi-regicida e patriota, sono dedicate vie e piazze in mezz'Italia.

Insomma, anche i regicidi non sono tutti uguali.

venerdì 24 ottobre 2008

S.M.U.R.F.

Socialist Men Under Red Father


I Puffi hanno cinquant'anni.
Nel senso che Peyo, il loro creatore, li ideò il 23 ottobre del 1958.
Il loro nome originale è Schtroumpfs, quello anglofono Smurf, quello italiano "Puffi" è diventato anche il nome di un gusto di gelato azzurrino in voga negli anni '80, a dimostrare quanto permeanti siano stati i piccoli gnomi blu nell'immaginario infantile.

Inizialmente semplici comprimari, presto si imposero come protagonisti dando vita ad una delle più lunghe e fortunate serie animate mai prodotte (più di 420 episodi).

In rete (si sa la rete è piena di accattivanti opinioni) c'è chi è convinto che dietro ai Puffi si nasconda la più completa ed articolata campagna di subliminale convinzione sovietica effettuata alle spalle dei giovani fanciulli americani.
Ovvero, i Puffi sarebbero dei comunisti.
J. Marc Schmidt (autore di un libro su questo e altri segreti della cultura pop, il quale sembra essere disponibile solo in coreano) è convinto che il villaggio dei Puffi sia un grande e poderoso kolchoz comunista. Sulla stessa linea l'italiano Fineschi, in un sito non più esistente, che vigorosamente sostiene l'esistenza di un grande complotto del Marxismo Leninismo internazionale.

E sì, i puffi, tutti identici tra loro, persino nell'abito, sono distinti solo dal ruolo sociale che ricoprono nella comunità, dando, pare, l'idea di un ordinamento di tipo sovietico. Il capo, Grande Puffo, è paragonato al vecchio Barbone Marx, con il quale ha qualche affinità fisica (ma anche con qualsiasi altro anziano con la barba) lui è il Red Father, il segretario generale che tutti adorano e nel quale tutti nutrono cieca fiducia.
Così "puffo" può essere letto semplicemente come "compagno", e lo schema prende a funzionare rapidamente...

Va da sè che l'occhialuto puffo Quattrocchi è il criticabile intellettuale (o forse persino il contestatore trockista) da eliminare (bonariamente e simbolicamente) espellendolo a pedate fuori del villaggio.

I Puffi vivono secondo il principio del "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni"; mangiano collettivamente dosi identiche dello stesso cibo, che viene collettivamente raccolto, non pare che posseggano denaro, nè che esistano contropartite per il lavoro che ciascuno presta al servizio degli altri. Il sistema del villaggio è un mercato chiuso, non esistono scambi esterni, nè esiste alcuna struttura dipendente dalla proprietà privata.
Al di là delle possibili critiche, rimane vero che ci sono alcuni esempi interessanti:
- in una storia (fumetto) "il Puffo Banchiere" (si ritrova anche nei classici oro di repubblica) il denaro, introdotto nel villaggio, si rivela un vero "sterco del demonio", distruggendo l'armonia tra i piccoletti e quasi spingendoli in rovina.
- in un episodio televisivo "il Re Puffo" durante l'assenza di Grande Puffo, Quattrocchi si proclama re dei Puffi, si fa costruire un grande palazzo a simbolo del proprio potere e stabilisce gerarchie interne al popolo blu. Scatenando una rivolta capeggiata da Puffetta.

Bene, acquisito lo status di piccola comune del villaggio fatto di funghi, è ovvio dare un nome ai nemici. Gargamella che vuole (attraverso la magia nera) trasformare i puffi in oro, è evidentemente, in questo parallelismo, il capitalismo, che vuole sfruttare i puffi-lavoratori, trasformando la loro fatica in profitto.

Il parallelismo, ovviamente, potrebbe andare avanti (e se leggete dai link, effettivamente lo fa). Nel villaggio dei puffi ad esempio non esiste l'unità patriarcale, non c'è alcuna traccia di famiglia come struttura portante della società (anche se sarebbe da fare una riflessione sulla introduzione "pandorica" della figura di puffetta), apparentemente la società Puffa è atea (non c'è alcun Puffo dedito a ruoli di culto e Grande Puffo pratica palesemente la magia).

Sia chiaro, si tratta di osservazioni che lasciano il tempo che trovano, per quanto nei fumetti un po' di politica sia sempre passata (Tin Tin ne sia un esempio) i Puffi sono sostanzialmente il ritratto di una utopia fanciulla di bambini, che sono tutti, appunto eguali, ha una ispirazione molto più collettivista - primitivista (come appunto i giochi di bimbi) che figlia di una qualsivoglia forma di comunismo novecentesco, ma è divertente leggere quanto vi sia stato speculato sopra... Cinquant'anni dopo...

P.S: Ed ho dato solo un esempio: QUI invece li accusano di essere una setta massonica...

venerdì 12 settembre 2008

Previsioni IV


"E se l'energia atomica fosse controllata dal mio paese non ci sarebbero più guerre! Perchè tutti gli altri avrebbero Paura a cominciarne una!"

[Topolino in
Topolino e il mistero dell'Uomo Nuvola, 1937.]

giovedì 4 settembre 2008

Previsioni III


Wellington è un pessimo generale, vedrete che oggi ceneremo a Bruxelles.

[Napoleone Bonaparte, 18 Giugno 1815, mattina presto, presso la spianata di Waterloo]

Snobismo I


Snob. Dunque "sine nobilitate"; ovvero senza quella patina di falsità che molti si portano addosso.
[Gillo Dorfles]

martedì 2 settembre 2008

L'Unico Anello

Questa è una storia con molti personaggi. Una storia nord-europea che parte da un assunto archetipico. C'è un anello dai grandi poteri...
Alcuni dicono che sia meglio distruggerlo... Altri sostengono che si possa usarlo per il bene dell'intera umanità.

Ma è anche una storia assolutamente contemporanea, uno dei tanti appelli un po' strampalati fatti da un gruppo di cittadini alla corte dei diritti umani di strasburgo.
La corte negli anni si è occupata di molte cose, anche stravaganti, e questa è una di quelle...

Il CERN sta costruendo, da 14 lunghi anni, nel sottosuolo, come nelle migliori tradizioni degli oscuri negromanti, un gigantesco anello che accelera le particelle subatomiche.
Un anello per un Gigante che abbia la circonferenza anulare di 26 chilometri, giusto per capirci.
Lo scopo di questo grandioso anello (chiamato LHC) è quello di generare, in una tempesta di particelle a miliardi di gradi di temperatura, un ambiente almeno vagamente simile a quello del Big Bang.
Il fine è nobilissimo, studiare le origini del mondo. Il grande ritorno del problema dell'origine, indissolubilmente legato a quella escatologia scientifica che è ben riassunta in alcuni testi divulgativi.
Progetto dunque di assoluto interesse, nonchè dimostrazione delle grandi potenzialità della scienza delle particelle...

Quest'uomo garbato è Otto Rössler, biochimico tedesco ed autore della teoria del Caos, dotato di un certo appeal intellettuale è uno stimato scienziato. Otto ed una serie di altri ricercatori sostengono che questo LHC possa avere qualche problema di sicurezza interna e che quindi sia necessario bloccare l'esperimento...
Ma la corte di Strasburgo, e vasta parte della comunità scientifica, sostengono che i rischi paventati da Otto siano solo teorici, che non sono sufficientemente realistici, che le probabilità che effettivamente durante l'esperimento si generi un piccolo buco nero che inghiotta l'intero pianeta sono molto basse.

Bene.
Anche io mi auguro che siano davvero basse.
Anzi, poichè ho una ferma mentalità scientifica nel 97,65% dei casi, sono certo che se davvero ci fosse il rischio di un buco nero non sarebbe di troppo superiore a quello che ho io di realizzare una esplosione nucleare schiacciando troppo vigorosamente una mattina mezza arancia contro lo spremiagrumi elettrico... Però... Sapete com'è...


In ogni caso l'ordigno fine di mondo è pronto ormai nel garage del CERN, il grande e massiccio anello comincierà ad evocare la sua potenza tra 9 giorni, il 10 di Settembre.

Credo che quel giorno mi sveglierò all'alba...
Che non si possa dire che mi perda l'Apocalisse per essermi svegliato tardi.




mercoledì 6 agosto 2008

Fantascienza I


"La polizia e l'esercito sono due corpi ben separati: l'esercito combatte i nemici dello stato, la polizia serve a proteggere il popolo. Quando entrambe le cose le fa l'esercito allora il nemico dello stato tende a diventare il popolo."
Battlestar Galactica - Comandante Adama.

mercoledì 16 luglio 2008

Intermezzo II


Non Vitae sed Scholae discimus.

Nota a margine-Il modo comico in cui determinati esami sono più un rituale assolutamente dedito al più puro nozionismo, alla più alta espressione della mnemotecnica mi lascia ancora perplesso dopo molti anni.
Ho un grande rispetto, intendiamoci, per la memoria come mezzo di preservazione della conoscenza, ma dover imparare a memoria centinaia, migliaia di nozioni disconnesse le une dalle altre come metodo di preparazione mi sembra davvero, davvero un eccesso.-

"Gli esami non finiscono mai" è il titolo di un dramma di De Filippo, e non so sinceramente se il motto popolare sia venuto prima o dopo la commedia, comunque in ogni caso...

Domani si va in scena. Che Esculapio mi protegga.

martedì 15 luglio 2008

Previsioni II

"Guardi: io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L'immunità che si ottiene col vaccino"
(marzo 2001)

Peccato non avergli chiesto qualche specifica in più sul numero di richiami da fare, per 'sto benedetto vaccino...

Previsioni I

Così MarJane Satrapi descrive le brillanti previsioni del suo zio comunista all'indomani della cacciata dello Scià nel 1979.
Ben rappresenta comunque anche i pensieri di gran parte del Partito Comunista Iraniano dell'epoca.

Come sappiamo, invece, i religiosi Sciiti controllano la Repubblica Islamica da quasi trent'anni.
I comunisti sono stati e sono tuttora torturati e perseguitati.

Mai sottovalutare le possibilità di governo di rappresentanti di Religioni Millenarie.

Appendice: Il Fumetto Persepolis della Satrapi, da cui recentemente è stato tratto un film, è un'opera meritevole sotto molti aspetti, un tratto non elaborato ma una prosa che associa emozioni, politica, nostalgie di vita vissuta e racconti di una terra perduta eppure amata. Una lettura da consigliare.