martedì 30 dicembre 2008

regali in ritardo - 2

Non voglio mica la Luna.

Desiderio di generazioni di cantori erranti, poeti e canzonieri: ebbene la signora della notte, luogo dove riposa il senno di coloro che lo perdono, ultima frontiera nell'infinita epopea del colonialismo novecentesco, oggi è in vendita.

A Lotti, si intende, come le spiagge.

La Lunar Embassy, capitanata dal capace Dennis Hope, pare si sia aggiudicata, nei primissimi anni '80, la possibilità di sfruttamento del suolo lunare, faccia illuminata.

Come abbia fatto, sinceramente non mi è ancora chiarissimo, ma tant'è...


22 dollari, più un dollaro e mezzo di "lunar tax" e le spese di spedizione, il tutto per aggiudicarsi un acro* di terreno sulla luna. Con tanto di atto di proprietà!
*: Un acro equivale a circa 4000 mq.

E poi non farsene nulla, ovviamente, anche se questo, permettetelo, capita con un sacco di altri regali...


Un'altro grande passo per l'umanità...

domenica 28 dicembre 2008

Almanacco 2008 - Politica

istruzioni: Una foto al mese, per ricordare un anno che politicamente sarebbe meglio dimenticare. Cliccando su ogni foto c'è anche, collegato, un articolo che si riferisce al mese in questione.


Gennaio

Mastella si dimette dopo che una serie di provvedimenti cautelari si abbattono sulla moglie e sui collaboratori di partito. Appoggio esterno, dice... Non durerà, la settimana dopo il governo cadrà al Senato.
L'annus Horribils per la sinistra in Italia inizia così.

Febbraio

A metà mese si riuniscono in assemblea i 2806 delegati del Partito Democratico. Si tratta della "costituente", Veltroni, candidato in pectore espone i 12 punti della sua campagna elettorale per cambiare l'Italia. Presentazione autonoma. Il PD prova a fare da un partito un'intera coalizione. Fallirà.

Marzo

Il caso Alitalia alimenta divisioni politiche rilevanti, in piena campagna elettorale il governo Prodi spinge per l'accordo con AirFrance, Spinetta è in Italia a cercare una convergenza con i sindacati che però non arriva. Berlusconi dice che in pista potrebbe scendere una cordata Italiana con anche i suoi figli. Storia avvincente, finale ancora incerto.



Aprile
Il 13 ed il 14 le elezioni politiche danno una stragrande vittoria al PdL, con una crescita netta della Lega. La Destra vince e convince, nelle sue incarnazioni liberiste, nazionaliste, reazionarie e xenofobe. Il PD non è nemmeno in competizione, Di Pietro ottiene un buon risultato, La Sinistra propriamente detta scompare dal Parlamento, è la prima volta in cinquant'anni.
Berlusconi torna a palazzo Chigi, sono passati 14 anni dalla sua prima volta.


Maggio

Arriva il "pacchetto sicurezza", poteri straordinari ai sindaci, soldati a spasso nelle città, una stretta dura sugli immigrati. L'aria di destra si fa irrespirabile, ma i sindaci del PD sembrano a proprio agio nel "mondo nuovo" che la destra ha creato.
L'ansia securitaria continua a macchiare la politica italiana.



Giugno

L'ultima volta in Italia di Bush, almeno da Presidente. Intanto il governo annuncia le sue priorità, ripulire Napoli, mettere a posto Alitalia e riformare la magistratura, quest'ultima è un classico che non passa mai di moda...


Luglio

Mese di congressi per la sinistra morente italiana, non rappresentata in parlamento, sola in una società che non riesce più a capire, indecisa se il problema sia nei simboli, nei linguaggi o nella vera sostanza del suo messaggio appare incapace di farsi interprete della società.
Quattro congressi che sono un altro passaggio stretto per la sinistra in agonia.

Agosto

Brunetta prosegue la sua crociata contro la pubblica amministrazione e i pubblici dipendenti, definiti inefficienti e fannulloni. Imbevuto del mandato popolare a colpi di decreto passa sopra le perplessità dei sindacati e difende, a spada più che tratta, la sua missione. I dipendenti pubblici sostanzialmente non riescono ad articolare una risposta decente.


Settembre

Il 10 del mese la Lehman Brothers annuncia il fallimento. Inizia la crisi economica, che in realtà è scoppiata da più di un anno, dal collasso dei mutui subprime dell'estate 2007, ma il sistema ha fatto finta di niente per più di 12 mesi, ed adesso comincia a chiedere il conto.
Ed è solo l'inizio.


Ottobre

Esplode la crisi della borsa.
Letteralmente. Le borse scendono per tutto il mese, mentre il fantasma della crisi finanziaria comincia a farsi reale. Profeti in ritardo escono a dirci che il sistema si riprenderà, ma che sarà dura e difficile. I banchieri chiedono aiuti di stato per salvarsi la pellaccia, qualcuno, anche da destra, prende a criticare la deregolamentazione del mercato...
Benvenuti nell'inferno del Capitale. Girone degli Opportunisti.


Novembre

Elezioni Americane. Alla fine vince Obama. In Italia, dove la destra domina il panorama culturale e politico, si gioisce smodatamente dalle parti del Piddì e non solo. Più o meno come tifare Real Madrid dopo che la propria squadra è uscita dalla coppa.


Dicembre

Il PD ri-perde le elezioni, questa volta in Abruzzo, la sinistra è una sommatoria di brandelli, gli scandali giudiziari cominciano ad abbattersi sul partito di Veltroni.
Oltre agli arresti eccellenti dell'Abruzzo anche in Campania il tintinnio delle manette preoccupa e non poco i Democratici. Dopo timidi accenni sulla questione morale il neo-partito riformista si riorganizza e prende una posizione chiara. Bisogna riformare la giustizia.
Nessuno nota un pizzico di incoerenza.

L'annus Horribilis si chiude, indegnamente come si era aperto.

Speranze malriposte


Il presidente del consiglio dichiara che lascerà l'Italia qualora venissero pubblicate intercettazioni di sue telefonate "di un certo tipo".

«Io continuo a telefonare normalmente, ma il giorno che venisse fuori una mia telefonata di un certo tipo, me ne andrei in un altro paese, scapperei via»


Sperare, in fondo, non costa niente...

venerdì 26 dicembre 2008

regali in ritardo - 1

Per una nuova grande igiene felina



Eliminare la lettiera ed insegnare al proprio gatto a farla, con umana educazione, direttamente nel cesso, non è impossibile, ma pragmaticamente fattibile grazie a questa proposta di regalo ritardatario per tutti quelli (e sono tanti) che non apprezzano il discreto valore arredativo della classica lettiera.



Per un po' si deve convertire il proprio gabinetto di casa in lettiera felina a semi-permanenza, ma poi, sfruttando le naturali doti di equilibrista del felino, sembra sia possibile indurlo a fare i suoi bisogni direttamente ed unicamente "nel buco".

Pare che ancora non si riesca a farlo balzare sulla catenella per tirare l'acqua, ma non si può mai sapere... Magari l'anno prossimo.

E buone feste ai gatti di casa.

venerdì 19 dicembre 2008

C'etait un Rendez - Vous

1976 - Il cielo livido di una Parigi che ancora dorme ma si sta risvegliando, il saettare del panorama urbano e l'assordante rombo del motore.
Dalla Boulevard Périphérique a Montmartre, bruciando i semafori, balenando tra autobus e vetture, alzando stormi di piccioni... Otto minuti di Parigi ad alta velocità.

Questo il percorso (fonte wikipedia): Bd Périphérique · Avenue Foch · Place Charles-de-Gaulle · Av des Champs-Elysées · Place de la Concorde · Quai des Tuileries · Place du Carrousel · Rue de Rohan · Avenue de l'Opéra · Place de l'Opéra · Rue Halévy · Rue de la Chaussée d'Antin · Place d'Estienne d'Orves · Rue Blanche · Rue Pigalle · Place Pigalle · Bd de Clichy · (tournant abandonné à Rue Lepic) · Rue Caulaincourt · Avenue Junot · Place Marcel Aymé · Rue Norvins · Place du Tertre · Rue Sainte-Eleuthère · Rue Azais · Place du Parvis du Sacré Cœur.

Un ottimo tracciato turistico, a dirla tutta...
Questa la Parigi di Claude Lelouch, in un unico piano sequenza, piccola perla e contemporaneamente ansiosa corsa dai rimi folli. Il regista ha in effetti rischiato il carcere per l'innumerevole serie di infrazioni (pericolosissime) compiute in soli otto minuti.



Per la Parigi dell'Adespoto dovrete aspettare il mio ritorno dalla bella capitale di Francia.
Vi saluterò Voltaire.

sabato 29 novembre 2008

novant'anni dopo

Iconografie mutevoli.











martedì 25 novembre 2008

Il Nobel? Questione di punto di Vista.












Quest'uomo, che possiamo vedere in due versioni, come lui si vede (e si pubblica nel proprio sito autobiografico) grazie, immagino ad un poderoso specchio incantato che tiene nel suo maniero, e come invece lo vediamo tutti, attraverso l'obiettivo di qualsiasi macchina fotografica; l'altro giorno ha rivelato finalmente il grande sbaglio della sua vita.

Quello di non aver vinto il NOBEL.
E sì, perchè lui (versione sulla sinistra) era uno dei papabili, uno che avrebbe potuto farcela, uno votato alla vittoria del Nobel per l'economia, ma la maledetta politica si è messa come un bastone tra le ruote della sua storia accademica sbarrandogli la strada.



Il nostro cita a sostegno di questa convinzione di potenzialità un articolo di Ricardo Franco Levi, della fine degli anni '80, dedicato ai "futuri Nobel", che lo citerebbe al fianco di Alesina, Nicola Rossi e Giavazzi.
L'ego prorompente del ministro fa sì che l'articolo stesso sia disponibile sul suo sito autobiografico, leggibile, seppure non proprio ben conservato (probabilmente del corriere del 7 febbraio 1990).

Provo a dare un occhiata, vi confesso un po' angosciato, a quella che suppongo essere un'ode al ministretto nostrano, ma un po' sospettoso che la lettura dell'articolo sia stata, per così dire, "ottimistica".

Prima di tutto il titolo dell'articolo non è dedicato ai Futuri Nobel, ma ai "Keynes di domani", errore tutto sommato veniale.


Se non fosse che nell'articolo la parola Nobel è accostata al solo Alesina, non agli altri.
Inoltre nel testo si parla di una decina di Economisti Italiani (giovanissimi al tempo) e ne sono citati più di venti per essere promettenti accademici.
La forma in cui invece compare Brunetta non è quella dell'accademico avviato verso il prestigio massimo dello studioso... Ma quello del giovane economista che conterà in ambito politico...
Ovvero, per dirla con le parole di Levi:


Quindi grande merito a Levi che ha centrato nel 1990 il nome di due dei ministri delle finanze dell'era Berlusconi (Tremonti non compare, porello, escluso), mentre di Nobel a Brunetta, per fortuna, messo da parte lo specchio magico, non se ne parla proprio, nè oggi, nè nel '90.

sabato 22 novembre 2008

L'usignolo senza talento

note biografiche sulla vita della famigerata soprano Foster

C'è stato un tempo in cui non c'era mai stato il punk con il suo portato idiosincrasico verso la tecnica come mezzo di valutazione dell'artista ("Fanculo qualsiasi tecnica, ciò che importa è l'anima di chi suona e non la qualità dello strumento." G.L.Ferretti).
Un tempo in cui non c'era il rock, e "trash" non era alcun genere codificato. Un tempo in cui la lirica dominava le scene concertistiche, nel bene e, ovviamente, nel male.

Inizi del secolo americano, east coast, Pennsylvania.

Questa è la storia di una donna facoltosa, ma profondamente insoddisfatta, si chiamava Florence Foster. Voleva cantare, calcando i palchi di legno cigolante degli stati uniti di fine ottocento, ma gli ostacoli di una famiglia tradizionale e le responsabilità di un matrimonio combinato le imponevano di rinunciare e dedicarsi all'insegnamento.

Ma Florence non ci sta a ridimensionare i suoi sogni, e come nella miglior tradizione della "american way", prende in mano il proprio destino, lascia il marito e un giorno, dopo la morte del padre, prende un bel gruzzolo di soldi ereditati e comincia ad investirli per fondare club musicali e finanziare anche la propria vita artistica, affittando teatri e interi complessi.

Il classico sogno americano dunque? La cenerentola della lirica?
Non proprio. Purtroppo Florence è scarsa.
Davvero scarsa. Sembra non essere in grado di reggere una nota, tantomeno di sostenere l'interpretazione di opere di Verdi, Mozart o Strauss come si affanna a fare... Eppure, nonostante il letterale inferno che la critica le scatena contro, nonostante i suoi accompagnatori debbano farsi in quattro per seguire le sue continue frammentazioni irrispettose del ritmo, nonostante tutto questo il pubblico è FELICE, RIDE ed applaude...

E Florence Foster Jenkins diventava famosa, sempre più famosa.
Lei, perennemente convinta delle proprie doti canore, non si lasciava turbare dall'oceano di contumelie che le venivano lanciate addosso dai critici sui giornali. Il "suo" pubblico, fatto di frequentatori di club e di ottimi borghesi come lei, la apprezzava, si divertiva, si congratulava alla fine delle sue performance canore.



Di lei è rimasta qualche registrazione. Che inevitabilmente ci fa stare dalla parte della critica.
La carica di involontaria comicità, il paradosso reso, per chi ha letto TinTin, nel pensiero di una Bianca Castafiore che, in carne ed ossa si vanti di essere un eccelso soprano, sono componenti basilari per capire questo personaggio che strenuamente ha sempre difeso, per tutta la propria vita, la sua supposta valenza artistica nel campo della lirica.

La prima icona trash della storia si esibì in decine di club musicali e persino, in quel gran finale che ogni opera, ogni reality, ogni grandiosa epopea merita, nell'acme scenico della Carnegie Hall, il tempio lirico della 7.ma avenue newyorkese, il palco di Rachmaninov, di Richard Strauss, di Schönberg...

La grande esibizione ebbe luogo il 25 Ottobre del 1944, lei ormai più che settantenne, in un clima da "tutto esaurito", un teatro stracolmo ed una prova degna della sua tradizione, un succedersi ininterrotto di strida, gridolini, acuti irragionevoli, stonature e graffi sonori felini...
Pubblico pronto a spellarsi le mani e critici che dardeggiavano strali da taccuini infervorati.
Stonature a prova di orecchi inesperti o distratti.

Un mese dopo, il 26 Novembre 1944, Florence morì.
L'incapacità lirica aveva rotto il tabù del tempio americano della buona musica, l'ingenuità semplicistica di un nuovo modo di fare spettacolo, che riduce tutto ad uno schema che contrappone noia a divertimento, gettava il suo primo seme.
Non sappiamo se la Foster morì per lo sconvolgimento interiore portato da una critica mai così feroce, o se abbia per la prima volta sentito le risa del pubblico oltre agli applausi. Possiamo immaginare però, con un pizzico di tenerezza, che la sua ingenua convinzione di essere una grande stella non sia stata infranta, e che fino al trapasso lei abbia avuto l'ostinata, quasi fanciullesca, sicurezza interiore, di aver servito la lirica, secondo il suo paradossale motto "People may say I can't sing, but no one can ever say I didn't sing."


Due album musicali con tracce d'epoca, un musical, citazioni nel mondo del cinema... L'immortalità, anche se non proprio come la voleva lei.

La società dello spettacolo deve qualcosa a questa donna.

P.S: Al tempo non esisteva (ancora) la televisione, altrimenti Florence sarebbe andata in prima TV, ed Aldo Grasso sul corriere della sera ci avrebbe detto che questa, in fondo, è buona televisione.

Ciao Compagno.


Le guerre lunghe logorano anche i combattenti più tenaci.


mercoledì 5 novembre 2008

Quattro anni dopo.

Decisamente sono state entrambe due lunghe notti...

Ora, cambiati i colori sulla lavagna, rimangono da cambiare le cose.


E di solito non è la parte più facile.
Per adesso ha fatto piangere (dall'emozione, suppongo) Jesse Jackson.

martedì 4 novembre 2008

Investimenti Elettorali




Una manciata di ore e da una costa all'altra del "nuovo continente" il fruscio delle schede, ma soprattutto lo schioccare dei tasti delle macchine elettroniche inizierà a risuonare.
Ultime ore per i dibattiti, per i colpi bassi, per convincere quell'incredibile percentuale di indecisi cronici a cui non è bastata una campagna elettorale durata 18 mesi buoni per prendere una decisione.
Ohio e Pennsylvania cosa ne penseranno del candidato nero un po' snob che gli presenta il partito dell'asinello? E i vecchi della Florida? Ecco il classico dibattito sugli stati in bilico... Appassionante ma sterile...


Quindi, essendo inutile stressarsi pensando a quanto i ragazzi a stellestrisce tradiranno le aspettative del resto del mondo votando con il basso ventre piuttosto che con l'emisfero dominante, Mi sono dedicato a qualcosa di faceto: ho scoperto che una casa di fumetti, precisamente la IDW Publishing ha prodotto albi di propaganda per ambo i candidati, delle biografie a fumetti dai toni agiografici che fanno risplendere le imprese del reduce e del ragazzo di colore.

Ho comprato l'albo di Obama: 3 dollari e 99 cent.
La vita difficile, le litigate ai tempi del college, il periodo da capellone anni '70, la grande dirittura etica, la solidità del suo matrimonio, le difficoltà della politica, il grande sogno delle primarie... In poche pagine una cavalcata di speranza.

Cavolo da noi il fumetto nessuno lo ha mai fatto prima.
Silvio mi pare avesse inaugurato l'era del fotoromanzo.
Comunque lo considero un investimento.
Speriamo che il ragazzo vinca...
Anche perchè penso che la biografia a fumetti di un perdente non valga molto.

Leggereste la vita a fumetti di Dukakis per caso?

domenica 2 novembre 2008

Storie di Regicidi Mancati

Qualche tempo fa girando nella città di M. mi sono chiesto chi fosse l'Oberdan della piccola via centrale omonima, fonte di particolare attenzione perchè coinvolta nei cambiamenti dei sensi unici. A volte la toponomastica suscita curiosità, credo che in effetti sia lo scopo stesso del toponimo viario, quello di serbare traccia, per quanto piccola, della persona il cui nome sta vergato a lettere nere su sfondo bianco.

Guglielmo Oberdan.
Un Austro - Veneto - Sloveno irredentista e patriota, così dice wikipedia... Tralasciando i dolori addominali che l'uso della parola "patriota" mi provoca istantaneamente, ho comunque deciso di approfondire la figura dell'Oberdan... Anche perchè a Trieste gli è stata intitolata oltre alla piazza sede della regione FVG, anche una scuola, e gli è stato dedicato un monumento nel museo del Risorgimento... Deve essere stato uno importante, questo Oberdan.
La farò breve, comunque.
L'Oberdan passa la sua gioventù a Trieste, figlio di una ragazza madre Slovena, abbandonata da un ufficiale austro - veneto, mantiene il cognome di lei, Oberdank, che poi italianizzerà una volta maturate le idee filo-italiane.
Diserta dall'esercito Austriaco all'età di 19 anni e si trasferisce al di là del confine, in Italia.

La sua grossa opera al servizio dei movimenti irridentisti è l'aver organizzato un attentato contro l'Imperatore Francesco Giuseppe d'Austria, nel settembre del 1882. Attentato miseramente fallito, che però costa la vita a due giovani, di cui un sedicenne, tra gli inermi spettatori triestini. Per i fatti viene arrestato a Ronchi, condannato per regicidio e impiccato a Trieste il 20 Dicembre di quello stesso anno, si dice concluda la sua vita urlando "Viva l'Italia, Viva Trieste Libera".

Mettiamo via le notazioni morali sul considerare grande patriota un semplice attentatore anche incapace di portare a termine il suo compito... E dire che in quegli anni i regicidi non erano certo pochi, sia l'imperatrice Sissi sia il Re d'Italia Umberto I, che il presidente di Francia Carnot caddero vittima di regicidio da parte di tre anarchici Italiani, Lucheni, Bresci e Caserio (a cui non credo siano state titolate tutte 'ste vie, tranne su cartelli cartacei messi nottetempo da anonimi attorno al 29 luglio). Poi abbiamo già ricordato anche in questo blog la lunga tradizione di regicidi della terra Serba... Insomma diciamo che erano anni in cui l'attentato al capo di stato non era poi così occasionale...

C'è però una cosa importante da notare del 1882, che forse non viene in mente immediatamente. Nel Settembre del 1882 l'Italia e l'Austria erano Alleate. ALLEATE.
Nella triplice alleanza, e lo sarebbero state ancora per diversi anni. Insomma: una via dedicata ad un attentatore che in tempo di pace tentò di uccidere il sovrano di una nazione alleata, fallendo. Non c'è che dire...


Una canzone popolare, il cosiddetto "Inno a Oberdan" celebra l'attentatore con alcuni versi:


 Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!

Le bome, le bombe all'Orsini,
il pugnale, il pugnale alla mano;
a morte l'austriaco sovrano,
noi vogliamo la libertà.

Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!

Vogliamo formare una lapide
di pietra garibaldina;
a morte l'austriaca gallina,
noi vogliamo la libertà.

Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!

Vogliamo spezzar sotto i piedi
l'austriaca odiata catena;
a morte gli Asburgo Lorena,
noi vogliamo la libertà.

Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!



Nella canzone si parla delle bombe fatte alla maniera di Orsini, ovvero degli apparecchi esplosivi artigianali ricolmi di chiodi e frammenti di metallo, grandi classici degli attentati insurrezionalisti dell'800.
Ma questo Felice Orsini? Altro grande componente di quella sfilza di Italiani che giravano per l'europa assassinando gente importante nel corso del secolo decimonono. Orsini tentò di uccidere nel 1858 Napoleone III, poichè lo accusava di aver impedito la realizzazione dei Moti del '48. Fallì, venne incarcerato e ghigliottinato ma divenne famosissimo ed apprezzato in Patria...
L'anno dopo Napoleone III aiutò l'Italia nella guerra Austro-Franco-Piemontese del 1859. Adesso al signor Orsini, quasi-regicida e patriota, sono dedicate vie e piazze in mezz'Italia.

Insomma, anche i regicidi non sono tutti uguali.

venerdì 31 ottobre 2008

Previsioni - VI


"L'unico che può andare avanti è Berlusconi: non perché era iscritto alla P2, ma perché ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora mostra un po’ di debolezza perché non si avvale della maggioranza parlamentare che ha"
Licio Gelli - 31 ottobre 2008
- interrogato sull'attuazione del piano di rinascita democratica

Eh, sì, riecco il vecchio Licio. Presto, pare, avrà un programma tutto suo su una rete privata minore (Odeon TV) primi ospiti: Andreotti e Dell'Utri. Si parlerà di fascismo... Chissà perchè non di Mafia.

venerdì 24 ottobre 2008

S.M.U.R.F.

Socialist Men Under Red Father


I Puffi hanno cinquant'anni.
Nel senso che Peyo, il loro creatore, li ideò il 23 ottobre del 1958.
Il loro nome originale è Schtroumpfs, quello anglofono Smurf, quello italiano "Puffi" è diventato anche il nome di un gusto di gelato azzurrino in voga negli anni '80, a dimostrare quanto permeanti siano stati i piccoli gnomi blu nell'immaginario infantile.

Inizialmente semplici comprimari, presto si imposero come protagonisti dando vita ad una delle più lunghe e fortunate serie animate mai prodotte (più di 420 episodi).

In rete (si sa la rete è piena di accattivanti opinioni) c'è chi è convinto che dietro ai Puffi si nasconda la più completa ed articolata campagna di subliminale convinzione sovietica effettuata alle spalle dei giovani fanciulli americani.
Ovvero, i Puffi sarebbero dei comunisti.
J. Marc Schmidt (autore di un libro su questo e altri segreti della cultura pop, il quale sembra essere disponibile solo in coreano) è convinto che il villaggio dei Puffi sia un grande e poderoso kolchoz comunista. Sulla stessa linea l'italiano Fineschi, in un sito non più esistente, che vigorosamente sostiene l'esistenza di un grande complotto del Marxismo Leninismo internazionale.

E sì, i puffi, tutti identici tra loro, persino nell'abito, sono distinti solo dal ruolo sociale che ricoprono nella comunità, dando, pare, l'idea di un ordinamento di tipo sovietico. Il capo, Grande Puffo, è paragonato al vecchio Barbone Marx, con il quale ha qualche affinità fisica (ma anche con qualsiasi altro anziano con la barba) lui è il Red Father, il segretario generale che tutti adorano e nel quale tutti nutrono cieca fiducia.
Così "puffo" può essere letto semplicemente come "compagno", e lo schema prende a funzionare rapidamente...

Va da sè che l'occhialuto puffo Quattrocchi è il criticabile intellettuale (o forse persino il contestatore trockista) da eliminare (bonariamente e simbolicamente) espellendolo a pedate fuori del villaggio.

I Puffi vivono secondo il principio del "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni"; mangiano collettivamente dosi identiche dello stesso cibo, che viene collettivamente raccolto, non pare che posseggano denaro, nè che esistano contropartite per il lavoro che ciascuno presta al servizio degli altri. Il sistema del villaggio è un mercato chiuso, non esistono scambi esterni, nè esiste alcuna struttura dipendente dalla proprietà privata.
Al di là delle possibili critiche, rimane vero che ci sono alcuni esempi interessanti:
- in una storia (fumetto) "il Puffo Banchiere" (si ritrova anche nei classici oro di repubblica) il denaro, introdotto nel villaggio, si rivela un vero "sterco del demonio", distruggendo l'armonia tra i piccoletti e quasi spingendoli in rovina.
- in un episodio televisivo "il Re Puffo" durante l'assenza di Grande Puffo, Quattrocchi si proclama re dei Puffi, si fa costruire un grande palazzo a simbolo del proprio potere e stabilisce gerarchie interne al popolo blu. Scatenando una rivolta capeggiata da Puffetta.

Bene, acquisito lo status di piccola comune del villaggio fatto di funghi, è ovvio dare un nome ai nemici. Gargamella che vuole (attraverso la magia nera) trasformare i puffi in oro, è evidentemente, in questo parallelismo, il capitalismo, che vuole sfruttare i puffi-lavoratori, trasformando la loro fatica in profitto.

Il parallelismo, ovviamente, potrebbe andare avanti (e se leggete dai link, effettivamente lo fa). Nel villaggio dei puffi ad esempio non esiste l'unità patriarcale, non c'è alcuna traccia di famiglia come struttura portante della società (anche se sarebbe da fare una riflessione sulla introduzione "pandorica" della figura di puffetta), apparentemente la società Puffa è atea (non c'è alcun Puffo dedito a ruoli di culto e Grande Puffo pratica palesemente la magia).

Sia chiaro, si tratta di osservazioni che lasciano il tempo che trovano, per quanto nei fumetti un po' di politica sia sempre passata (Tin Tin ne sia un esempio) i Puffi sono sostanzialmente il ritratto di una utopia fanciulla di bambini, che sono tutti, appunto eguali, ha una ispirazione molto più collettivista - primitivista (come appunto i giochi di bimbi) che figlia di una qualsivoglia forma di comunismo novecentesco, ma è divertente leggere quanto vi sia stato speculato sopra... Cinquant'anni dopo...

P.S: Ed ho dato solo un esempio: QUI invece li accusano di essere una setta massonica...

giovedì 16 ottobre 2008

Appunti di Corteo


Era l'11 Ottobre. Sapete, me lo segno.

Potrebbe essere un gradito (IMO ovviamente) ritorno, o semplicemente l'ultima apparizione...

Nel dubbio me lo appunto...

venerdì 10 ottobre 2008

Previsioni - V

Un po' di Superstizione...

Ultimamente mi ero convinto che Obama avesse nelle vele il giusto vento, portato delle disgrazie dell'indice D.J, che gli avrebbe permesso di vincere la partita con il vecchio reduce.
Man mano che le borse crollano il suo vantaggio sale...

Poi ieri ho visto una cosa che rimette tutto in gioco.
Un fondo del MANIFESTO che dà per scontata la vittoria di Obama alle elezioni.

Ecco, il problema è che il giornale in questione non è proprio un mago nelle previsioni sulla presidenza USA...


Good Morning America
"Con una valanga di voti gli Americani cacciano Bush dalla casa bianca. Venti milioni di elettori in più rispetto al 2000 portano Kerry alla presidenza..."

Il Manifesto, edizione del 3 Novembre 2004





Fallo Involontario


Ricorderete la storia del ragazzo di Parma, di colore, che riferiva di essere stato picchiato e insultato dai vigili della cittadina.
Bene.
Il sindaco ha autorizzato i vigili a spiegare la loro versione ed ha fornito alla stampa i verbali dell'accaduto, quattro verbali ciascuno redatto da un diverso agente.

Ebbene... Chiarito l'oscuro.
Le botte ci sono state, ma sono state "urti involontari al volto". Insomma, fallo di mani involontario, per giunta fuori area, l'arbitro lascia proseguire.

P.S: Dando una letta ai quattro verbali ho notato un'altra cosa... Curiosamente tre verbali su quattro riportano la dicitura "cadere rovinosamente a terra". Strano che in tutti e tre i verbali, autonomamente scritti da tre diversi agenti, sia stata scelta la stessa, iperbolica, locuzione?
Che dire... Dev'essere stata proprio una brutta caduta...

lunedì 6 ottobre 2008

Ottobre

Cosa vi fa venire in mente Ottobre?
Inizia l'autunno, le foglie rapidamente ingialliscono, i metalmeccanici scioperano, gli studenti manifestano ed amoreggiano durante le occupazioni, i Russi fanno le rivoluzioni e le borse americane crollano.

Il peggior crollo della borsa della storia, infatti, è del 29 Ottobre del 1929.

Il peggiore FINORA.
Siamo appena al 6, il record è battibilissimo.