venerdì 24 ottobre 2008

S.M.U.R.F.

Socialist Men Under Red Father


I Puffi hanno cinquant'anni.
Nel senso che Peyo, il loro creatore, li ideò il 23 ottobre del 1958.
Il loro nome originale è Schtroumpfs, quello anglofono Smurf, quello italiano "Puffi" è diventato anche il nome di un gusto di gelato azzurrino in voga negli anni '80, a dimostrare quanto permeanti siano stati i piccoli gnomi blu nell'immaginario infantile.

Inizialmente semplici comprimari, presto si imposero come protagonisti dando vita ad una delle più lunghe e fortunate serie animate mai prodotte (più di 420 episodi).

In rete (si sa la rete è piena di accattivanti opinioni) c'è chi è convinto che dietro ai Puffi si nasconda la più completa ed articolata campagna di subliminale convinzione sovietica effettuata alle spalle dei giovani fanciulli americani.
Ovvero, i Puffi sarebbero dei comunisti.
J. Marc Schmidt (autore di un libro su questo e altri segreti della cultura pop, il quale sembra essere disponibile solo in coreano) è convinto che il villaggio dei Puffi sia un grande e poderoso kolchoz comunista. Sulla stessa linea l'italiano Fineschi, in un sito non più esistente, che vigorosamente sostiene l'esistenza di un grande complotto del Marxismo Leninismo internazionale.

E sì, i puffi, tutti identici tra loro, persino nell'abito, sono distinti solo dal ruolo sociale che ricoprono nella comunità, dando, pare, l'idea di un ordinamento di tipo sovietico. Il capo, Grande Puffo, è paragonato al vecchio Barbone Marx, con il quale ha qualche affinità fisica (ma anche con qualsiasi altro anziano con la barba) lui è il Red Father, il segretario generale che tutti adorano e nel quale tutti nutrono cieca fiducia.
Così "puffo" può essere letto semplicemente come "compagno", e lo schema prende a funzionare rapidamente...

Va da sè che l'occhialuto puffo Quattrocchi è il criticabile intellettuale (o forse persino il contestatore trockista) da eliminare (bonariamente e simbolicamente) espellendolo a pedate fuori del villaggio.

I Puffi vivono secondo il principio del "da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni"; mangiano collettivamente dosi identiche dello stesso cibo, che viene collettivamente raccolto, non pare che posseggano denaro, nè che esistano contropartite per il lavoro che ciascuno presta al servizio degli altri. Il sistema del villaggio è un mercato chiuso, non esistono scambi esterni, nè esiste alcuna struttura dipendente dalla proprietà privata.
Al di là delle possibili critiche, rimane vero che ci sono alcuni esempi interessanti:
- in una storia (fumetto) "il Puffo Banchiere" (si ritrova anche nei classici oro di repubblica) il denaro, introdotto nel villaggio, si rivela un vero "sterco del demonio", distruggendo l'armonia tra i piccoletti e quasi spingendoli in rovina.
- in un episodio televisivo "il Re Puffo" durante l'assenza di Grande Puffo, Quattrocchi si proclama re dei Puffi, si fa costruire un grande palazzo a simbolo del proprio potere e stabilisce gerarchie interne al popolo blu. Scatenando una rivolta capeggiata da Puffetta.

Bene, acquisito lo status di piccola comune del villaggio fatto di funghi, è ovvio dare un nome ai nemici. Gargamella che vuole (attraverso la magia nera) trasformare i puffi in oro, è evidentemente, in questo parallelismo, il capitalismo, che vuole sfruttare i puffi-lavoratori, trasformando la loro fatica in profitto.

Il parallelismo, ovviamente, potrebbe andare avanti (e se leggete dai link, effettivamente lo fa). Nel villaggio dei puffi ad esempio non esiste l'unità patriarcale, non c'è alcuna traccia di famiglia come struttura portante della società (anche se sarebbe da fare una riflessione sulla introduzione "pandorica" della figura di puffetta), apparentemente la società Puffa è atea (non c'è alcun Puffo dedito a ruoli di culto e Grande Puffo pratica palesemente la magia).

Sia chiaro, si tratta di osservazioni che lasciano il tempo che trovano, per quanto nei fumetti un po' di politica sia sempre passata (Tin Tin ne sia un esempio) i Puffi sono sostanzialmente il ritratto di una utopia fanciulla di bambini, che sono tutti, appunto eguali, ha una ispirazione molto più collettivista - primitivista (come appunto i giochi di bimbi) che figlia di una qualsivoglia forma di comunismo novecentesco, ma è divertente leggere quanto vi sia stato speculato sopra... Cinquant'anni dopo...

P.S: Ed ho dato solo un esempio: QUI invece li accusano di essere una setta massonica...

3 commenti:

Zimisce ha detto...

E il puffo capellone? Cosa mi rappresenta?

Adespoto ha detto...

nessuno scopo particolare, infatti nella perfetta società puffa non mi è nota la sua esistenza... Anche se adesso che ci penso sotto quei cappelli frigi i puffi potrebbero tutti essere dei capelloni...

Anonimo ha detto...

Preferisco Tin Tin.

Scusi...