lunedì 7 luglio 2008

Da Tambroni a Diaz

Una di quelle canzoni che, quando si è di sinistra da un po' di anni, si è mandata a memoria, a volte prima di capire quale storia vi stia dietro.
Era il 1960.
Il 7 di Luglio.

Il governo, in carica da poco, sarebbe passato alla storia come il governo più "destro" della prima repubblica. Con il sostegno esterno dell'MSI, al tempo su posizioni chiaramente fasciste e nostalgiche, il governo Tambroni si presentava come un monocolore democristiano sospinto da pulsioni chiaramente reazionarie.

Il Governo concesse all'alleato Missino di poter svolgere a Genova il proprio raduno nazionale.
Manifestazioni indignate si successero ovunque in Italia. Da Genova il germe della ribellione alla degenerazione della politica germogliò rapidamente.
Erano tempi dove l'antifascismo era radicato e militante.

Undici morti si contarono tra i manifestanti in Italia.
Cinque nella sola Reggio Emilia.



Compagno cittadino, fratello partigiano,
teniamoci per mano in questi giorni tristi:
di nuovo a Reggio Emilia, di nuovo là in Sicilia
son morti dei dei compagni per mano dei fascisti.

Di nuovo, come un tempo,sopra l'Italia intera
urla il vento e soffia la bufera.

A diciannove anni è morto Ovidio Franchi
per quelli che son stanchi o sono ancora incerti.
Lauro Farioli è morto per riparare al torto
di chi si è già scordato di Duccio Galimberti.

Son morti sui vent'anni, per il nostro domani:
son morti come vecchi partigiani.

Marino Serri è morto, è morto Afro Tondelli,
ma gli occhi dei fratelli si son tenuti asciutti.
Compagni, sia ben chiaro che questo sangue amaro
versato a Reggio Emilia, è sangue di noi tutti

Sangue del nostro sangue, nervi dei nostri nervi,
come fu quello dei fratelli Cervi.

Il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso
è sempre quello stesso che fu con noi in montagna,
ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale
a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna

Uguale è la canzone che abbiamo da cantare:
Scarpe rotte eppur bisogna andare.

Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro Tondelli,
e voi, Marino Serri, Reverberi e Farioli,
dovremo tutti quanti aver, d'ora in avanti,
voialtri al nostro fianco, per non sentirci soli.

Morti di Reggio Emilia, uscite dalla fossa,
fuori a cantar con noi Bandiera rossa,
fuori a cantar con noi Bandiera rossa!


Appendice:
Il processo che seguì quei fatti assolse i protagonisti che, dalla parte delle forze in divisa, avevano ordinato o direttamente perpetrato le morti di quel giorno.
In questi giorni si celebra un processo importante a Genova.
Il Pubblico ministero, riguardo alla irruzione alla Diaz, ai pestaggi e ai barbari trattamenti riservati a giovani spesso minorenni ha dichiarato "è stato un massacro".
Continua il PM: "Ed è stato questo massacro e non certo il reato associativo contestato dalla polizia, ad accomunare le 93 vittime di questo processo, che prima neppure si conoscevano".
Non manca molto alla sentenza, anche se l'attenzione sul caso è flebile, tenue, molto inferiore rispetto ai morbosi casi di sangue tra tardi adolescenti, ai delitti passionali, agli infanticidi montani. Ma in Italia il quarto potere è questo.

Ogni tanto, comunque, è bello pensare che forse certe storie possono non ripetersi

3 commenti:

Zimisce ha detto...

la foto di quel robocop del cazzo mi ha ispirato un post gemello su una faccenda di cui ho letto negli ultimi giorni, mio caro.
h.s.

tic. ha detto...

Ehm...
Non ti incazzare, ma...

http://tic-talkischeap.blogspot.com/2008/01/morti-viventi-e-bandiere-rosse.html

P.S.
Naturalmente su Genova niente da eccepire.

Ciau,
tic

Adespoto ha detto...

eheheheh...
pezzo divertente Tic... ehehehe

Comunque non sollevo parola per difendere la melodia o la "vivace" angoscia espressa dal testo...
Tanto volente o nolente, la canzone, come il destino del sinistrorso vuole, la so. Tutta.
;-)