

Quest'uomo, che possiamo vedere in due versioni, come lui si vede (e si pubblica nel proprio sito autobiografico) grazie, immagino ad un poderoso specchio incantato che tiene nel suo maniero, e come invece lo vediamo tutti, attraverso l'obiettivo di qualsiasi macchina fotografica; l'altro giorno ha rivelato finalmente il grande sbaglio della sua vita.
Quello di non aver vinto il NOBEL.
E sì, perchè lui (versione sulla sinistra) era uno dei papabili, uno che avrebbe potuto farcela, uno votato alla vittoria del Nobel per l'economia, ma la maledetta politica si è messa come un bastone tra le ruote della sua storia accademica sbarrandogli la strada.
Il nostro cita a sostegno di questa convinzione di potenzialità un articolo di Ricardo Franco Levi, della fine degli anni '80, dedicato ai "futuri Nobel", che lo citerebbe al fianco di Alesina, Nicola Rossi e Giavazzi.
L'ego prorompente del ministro fa sì che l'articolo stesso sia disponibile sul suo sito autobiografico, leggibile, seppure non proprio ben conservato (probabilmente del corriere del 7 febbraio 1990).
Provo a dare un occhiata, vi confesso un po' angosciato, a quella che suppongo essere un'ode al ministretto nostrano, ma un po' sospettoso che la lettura dell'articolo sia stata, per così dire, "ottimistica".
Prima di tutto il titolo dell'articolo non è dedicato ai Futuri Nobel, ma ai "Keynes di domani", errore tutto sommato veniale.

Se non fosse che nell'articolo la parola Nobel è accostata al solo Alesina, non agli altri.
Inoltre nel testo si parla di una decina di Economisti Italiani (giovanissimi al tempo) e ne sono citati più di venti per essere promettenti accademici.
La forma in cui invece compare Brunetta non è quella dell'accademico avviato verso il prestigio massimo dello studioso... Ma quello del giovane economista che conterà in ambito politico...
Ovvero, per dirla con le parole di Levi:

Quindi grande merito a Levi che ha centrato nel 1990 il nome di due dei ministri delle finanze dell'era Berlusconi (Tremonti non compare, porello, escluso), mentre di Nobel a Brunetta, per fortuna, messo da parte lo specchio magico, non se ne parla proprio, nè oggi, nè nel '90.
5 commenti:
grandissimo. beh, non proprio.
Probabilmente non intendeva il nobel per l'economia (anche perché le sue idee sono particolarmente costose e solo comunicativamente efficaci), in verità intendeva il nobel per la letteratura... l'ha preso Dario Fo e lui l'avrebbe voluto precedere: "che seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere"
Mah... Forse si parlava di Oscar come miglior attore non protagonista...
Lì non demeriterebbe, e sarei anche confortato dal sapere che è tutta una recita...
...eh...quei bolscevichi scandinavi...
Ma sì, dài, un Nobel per l'autostima a bassa quota......
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