martedì 25 novembre 2008

Il Nobel? Questione di punto di Vista.












Quest'uomo, che possiamo vedere in due versioni, come lui si vede (e si pubblica nel proprio sito autobiografico) grazie, immagino ad un poderoso specchio incantato che tiene nel suo maniero, e come invece lo vediamo tutti, attraverso l'obiettivo di qualsiasi macchina fotografica; l'altro giorno ha rivelato finalmente il grande sbaglio della sua vita.

Quello di non aver vinto il NOBEL.
E sì, perchè lui (versione sulla sinistra) era uno dei papabili, uno che avrebbe potuto farcela, uno votato alla vittoria del Nobel per l'economia, ma la maledetta politica si è messa come un bastone tra le ruote della sua storia accademica sbarrandogli la strada.



Il nostro cita a sostegno di questa convinzione di potenzialità un articolo di Ricardo Franco Levi, della fine degli anni '80, dedicato ai "futuri Nobel", che lo citerebbe al fianco di Alesina, Nicola Rossi e Giavazzi.
L'ego prorompente del ministro fa sì che l'articolo stesso sia disponibile sul suo sito autobiografico, leggibile, seppure non proprio ben conservato (probabilmente del corriere del 7 febbraio 1990).

Provo a dare un occhiata, vi confesso un po' angosciato, a quella che suppongo essere un'ode al ministretto nostrano, ma un po' sospettoso che la lettura dell'articolo sia stata, per così dire, "ottimistica".

Prima di tutto il titolo dell'articolo non è dedicato ai Futuri Nobel, ma ai "Keynes di domani", errore tutto sommato veniale.


Se non fosse che nell'articolo la parola Nobel è accostata al solo Alesina, non agli altri.
Inoltre nel testo si parla di una decina di Economisti Italiani (giovanissimi al tempo) e ne sono citati più di venti per essere promettenti accademici.
La forma in cui invece compare Brunetta non è quella dell'accademico avviato verso il prestigio massimo dello studioso... Ma quello del giovane economista che conterà in ambito politico...
Ovvero, per dirla con le parole di Levi:


Quindi grande merito a Levi che ha centrato nel 1990 il nome di due dei ministri delle finanze dell'era Berlusconi (Tremonti non compare, porello, escluso), mentre di Nobel a Brunetta, per fortuna, messo da parte lo specchio magico, non se ne parla proprio, nè oggi, nè nel '90.

5 commenti:

Zimisce ha detto...

grandissimo. beh, non proprio.

Unknown ha detto...

Probabilmente non intendeva il nobel per l'economia (anche perché le sue idee sono particolarmente costose e solo comunicativamente efficaci), in verità intendeva il nobel per la letteratura... l'ha preso Dario Fo e lui l'avrebbe voluto precedere: "che seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere"

Adespoto ha detto...

Mah... Forse si parlava di Oscar come miglior attore non protagonista...

Lì non demeriterebbe, e sarei anche confortato dal sapere che è tutta una recita...

barone von furz ha detto...

...eh...quei bolscevichi scandinavi...

Nicola ha detto...

Ma sì, dài, un Nobel per l'autostima a bassa quota......