mercoledì 13 agosto 2008

Tre Considerazioni Poco Olimpiche

Considerazioni inattuali su questioni di attualità, fatte nottetempo e subito prima di lasciare lo stato... Causa breve vacanza tra le acque Croate.


Prima: Sulle Grandiose Olimpiadi Cinesi
La Repubblica Popolare Cinese ha inaugurato la sua gigantesca, grottesca, spettacolare kermesse. Il popolo cinese è davanti agli schermi di tutto il mondo, i grandi capi di stato sono presenti e la celebrazione sportiva diviene politica e politicizzata, come mai prima d'ora, nemmeno nelle storiche edizioni del boicottaggio (1980 e 1984).
Si tratta della serata di gala in cui il nuovo impero cinese, del neo-nato confucianesimo, del capitalismo orientale, dello sviluppo a due cifre, entra nei salotti buoni dell'occidente, e anche nei salotti privati degli occidentali.
I critici di questa esposizione mediatica? I tanti che sostengono che sarebbe stato un bene che gli atleti europei non partecipassero?
Non è forse un gioco perverso quello di attribuire al CIO o al CONI (per quanto riguarda l'Italia) un ruolo che spetterebbe all'ONU o al WTO, o almeno alla Farnesina?
Non si è solo dimostrato la ciarliera inutilità di un certo modo di concepire la politica estera?
Jimmy Carter non viene certo ricordato per l'acuta scelta di politica estera avuta decidendo di boicottare le olimpiadi di Mosca.

Alla diplomazia internazionale conviene intrattenere rapporti interessati ma amicali con la potenza asiatica per eccellenza, e questo fatto, questo principio realista, non verrà messo in discussione certo da una parata per una inaugurazione sportiva.
Inoltre c'è una cosa che non va dimenticata... Mai come in questi mesi i riflettori si sono posati sui contestatori interni ed esterni al regime del PCC. Il sistema politico cinese è stato passato ai raggi X sui principali quotidiani occidentali, con un volume di servizi, reportage e tribune stampa sui problemi delle varie etnie nazionali (primissima quella Tibetana, oggetto di un'altra considerazione) e lo spazio dato alla critica politica è stato vasto e sistematico. Un'intera porzione di pubblico ha avuto accesso ad informazioni e lo spazio di dibattito "critico" ha per diversi mesi surclassato quello di agiografia del paese ospitante.


Insomma una specie di "effetto G8", per ricalcare la centralità mediatica che, negli anni delle mobilitazioni no-global, le manifestazioni di massa riuscivano ad ottenere anche rispetto al reale incontro politico in corso, gli abusi sono stati più visibili, e gli argomenti sono arrivati ad una platea più larga di quelli solitamente interessati al tema... Paradossalmente, per l'intero movimento per i diritti civili e per molte ONG, queste olimpiadi sono state una vetrina, di riflesso magari, ma un'efficace vetrina,



Seconda: Sull'artista un tempo chiamato Lhamo Dondrub
Lhamo è quello che molti definirebbero un ragazzo dalla vita difficile. Dichiarato adulto alla tenera età di 16 anni, è dovuto diventare rapidamente responsabile, occupandosi di problemi inizialmente più grandi di lui. Poco più che maggiorenne divenne profugo, dovette abbandonare le sue splendide montagne e darsi alla proverbiale macchia. Con il tempo ha sfruttato alcune occasioni per apparire sulla stampa ed è diventato ospite di moltissimi talk-show.

Non so se ho detto prima che Lhamo è la XIV reincarnazione del bodhisattva della compassione...
Anche oggi il Dalai Lama si è ritagliato il suo "spazio dal palco" per criticare (giustamente) la repressione subita dal suo popolo. Il Dalai è a capo del governo in esilio del Tibet da quando aveva 15 anni, cioè dal 1950, cioè da 58 anni... Non proprio pochissimo, no?
Il Tibet, perchè no, un giorno potrebbe avere una autonomia decente dall'Impero Cinese, e la sua cultura plurisecolare sopravviverà, lo spero alla sinizzazione arrembante degli ultimi decenni.
Quel giorno, quando a Lhasa si insedierà un governo autonomo Tibetano, l'occidente si accorgerà che il Tibet è una teocrazia.
Il Maestro-Oceano, ovviamente, è un uomo di spettacolo, ammiccante, scaltro, mediatico, dispensa quella saggezza "in pillole" unita alla freschezza ed alla grande leggiadria politica di uno che, dopotutto, non ha molto da perdere. In questo ha decisamente superato il precedente Pontefice (quello "santo subito") , anche egli molto a suo agio in ambito mediatico.
Nella classifica del Time degli uomini più potenti ed importanti del 2008 il Dalai Lama sfonda tra i leader religiosi escludendo il pontefice cattolico attuale.
Eppure... Ci sono alcune cose che è raro che vengano dette...

Il Buddismo Tibetano, incarnato dal Dalai Lama, ha tenuto il Tibet nell'inverno del MedioEvo fino al 1950. Strano a pensarci, perchè viene venduto come una religione solidale, solare, non vincolante, quasi hippie... Insomma la Shangri-La del mito Hiltoniano.
Non è così però. Il Tibet, per secoli "protettorato cinese", privo di una politica estera autonoma, ma internamente dotato di un proprio sistema di governo (anche se spesso pesantemente influenzato dalla presenza di funzionari imperiali nel suo territorio) conservava tradizioni medievali ed una società rigidamente classista, in cui la nobiltà ed il clero avevano il dominio ed il controllo sulla popolazione produttiva, sottoposta a decime ed in uno stato di servitù "de facto".

Una piccola ammissione sfugge anche ai tibetani su questo, quando in un sito internet in cui il Maestro Oceano è palesemente chiamato "sua santità", si scrive
"Nell'esilio, il Governo tibetano è stato riorganizzato secondo moderni principi democratici"

Basta un po' di analisi del periodo.
Prima dell'esilio, guarda un po', nessuno aveva tanto badato ai moderni principi democratici... Basti pensare che la proposta di costituzione per il Tibet data 1963, quattro anni dopo la fuga in India... A volte le esperienze negative cambiano in meglio. O forse le condizioni storiche modificano le opinioni sulle virtù e le negatività della vita democratica? Insomma... Anche nel ridente mondo dei buddisti la costituzione si concede sempre perchè altrimenti le cose andrebbero ancora peggio... Dopo l'esilio il Dalai aveva bisogno di coinvolgere i tanti esuli in un progetto comune che passava attraverso una promessa di libertà che non fosse necessariamente ed unicamente connessa alla religione. Ecco spuntare la costituzione e addirittura le prime "elezioni" di un governo Tibetano.
Quando queste prime elezioni?
Nel 1990. Dopo che il Dalai era il esilio da 31 anni.
La Democratizzazione, anche in esilio, vuole i suoi tempi.

P.S: Si noti che questi cambiamenti "pro-occidentali" sono segno anch'essi della destrutturazione della cultura Tibetana ancestrale. La modernizzazione introdotta dalla Cina negli ultimi anni, i mezzi di comunicazione, l'enorme ferrovia, stanno ottenendo rapidi risultati, accelerando la sinizzazione da un lato e dall'altro trasformando la cultura tibetana in un immensa attrazione turistica. D'altro lato anche in occidente è in atto una colonizzazione culturale del buddismo tibetano, sempre più "televisivo" e consumista, il cui aspetto meditativo rapidamente diviene solo un orpello pubblicitario.


Terza: Sulle bombe olimpiche di Vlad
Il Maestro Oceano di cui sopra si lamentava della violazione della "pax olimpica" da parte dei Cinesi, mentre in questi giorni abbiamo prova che ormai la tradizione richiamata appartiene solo alla fantasia.
I Georgiani decidono di massacrare civili con il benestare stellestrisce in una provincia ribelle ed i Russi muovono arei e carri armati con rapidità ed efficienza viste poco nell'ultimo ventennio, almeno da quelle parti.
Prove generali di guerra fredda in corso?
Probabilmente.
La tregua sembra fragile, ma la crisi è progressivamente diminuita di volume ed oggi è ridotta ad un banale (ed un po' "vintage") scambio di accuse tra USA e Russia.

Lo zio Sam, comunque, ha accusato un bruttissimo colpo.
Ha sostanzialmente abbandonato il neo-alleato Georgiano, rimanendo inebetito dinanzi alle mosse dell'ex armata Rossa, e solo oggi il presidente Bush è riuscito a dichiarare qualcosa di minimamente critico nei confronti di Mosca, ad annunciare la visita a Tblisi del segretario di Stato e a comunicare di aver dato istruzioni al segretario della Difesa, Robert Gates, di impiegare militari in Georgia per fornire assistenza militare. Ed ecco che ritorna la guerra fredda.
(Era scomparsa assieme alla Democrazia Cristiana...Chissà che non sia l'annuncio di un doppio ritorno... )
Un po' meglio l'Unione Europea, con quella volpe di Sarkò pronto a mettersi in prima fila per la foto di gruppo e quell'italiano di Frattini che non si presenta perchè è in vacanza alle Maldive (le ferie di un ministro degli esteri non si fermano certo per una crisi internazionale).
Nei prossimi giorni il braccio di ferro potrebbe proseguire, o fermarsi rapidamente, tuttavia Putin ha stabilito, mentre era piacevolmente ad assistere alle olimpiadi, un paletto chiaro rispetto alle velleità americane di allargamento della propria sfera di influenza.

Dunque la Guerra per l'energia è cominciata? Difficile dirlo, ma se non altro è iniziato il casting per trovare i protagonisti. Ed il buon Vlad si sta già cucendo addosso un ruolo di primo piano.







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