domenica 27 dicembre 2009
Questa sera al cinema
Il film più visto di quest'anno si prevede che sarà, ancora una volta, il solito polpettone avvelenato di De Sica, volgare ma pudico, ripetitivo fino alla nausea, seriale come nemmeno il peggior cinema americano degli anni '80.
Ormai non mi prendo nemmeno più la briga di pensare che l'anno prossimo sarà diverso...
Il cinema era già morto negli anni 80. Del resto sapete cosa si dice del dinosauro: muore il lunedì ma la sua coda continua a muoversi fino al venerdì. [P.Greenaway]
mercoledì 4 novembre 2009
Espulsione Eccellente
Pare che abbiano espluso il Cristo dalle scuole del Regno. Invece l'ora di religione continuerà indefessa.
Quindi hanno espulso Cristo ma si son tenuti la Chiesa. Non è un caso.
E qui c'è il primo problema, che adesso per questa fesseria dovremo sentirci le solite sirene (a dire il vero anche qualcuna in più) a criticare gli atei, a temere l'invasione dei Mori sulle nostre spiagge, a paventare la colonizzazione culturale quando saranno due decenni che siamo completamente colonizzati culturalmente... Basti dire che facciamo più primarie noi che gli States.
Ho sempre ritenuto la questione piuttosto periferica, non ho mai capito per quale misteriosa ragione ci debba essere un crocifisso nelle classi ma nemmeno ritengo che valga la pena farne un oggetto di battaglia
Qualche parola, in ogni caso, vale la pena di spenderla sulla tesi del valore intrinseco del crocifisso quale "simbolo tradizionale" scevro da connotazioni religiose, buono, per utilizzare le parole di Bertone, per "credenti e non credenti". A parte che la storica presenza di detto simbolo nelle classi non può da sola costituire una ragione per la sua permanenza, perchè se bastasse trovarne un precedente storico si potrebbero sostenere "per tradizione" pacchi di sciocchezze (Nelle scuole una volta il maestro faceva inginocchiare i bambini sui ceci, ma questo non significa che si debba farlo anche oggi), vale comunque la pena di sottolineare l'ipocrisia della posizione espressa dalla quasi totalità dei politici italiani.
L'atteggiamento ipocrita, ed a ben vedere sminuente per una religione che abbia una minima pretesa non dico mistica ma quantomeno non solo secolare, è sostenere che il crocifisso non sia simbolicamente importante come rappresentazione di una fede. Come se questo non incarnasse una fede, ma una tradizione. Tipo la zucca ad Halloween, che di certo non può essere percepita che come un espressione folkloristica, non religiosa. Il cattolicesimo è a ben vedere una fede molto secolarizzata, per cui paradossalmente ci si trova ad indignarsi più per la scomparsa dei crocifissi dalle aule che per l'abbondanza dei "mercanti nel tempio" ma ridurne l'icona stessa ad elemento folkloristico mi sembra ai confini dell'involontaria blasfemia.
La verità è che, come spesso succede in questi casi, siamo di fronte ad una falsa contrapposizione... Non credo che le persone indignate oggi pensino davvero (con qualche eccezione) che il crocifisso sia una presenza importante in una scuola, come non credo nella storia della tradizione, come non credo che il crocifisso stesso possa poi essere di tanto disturbo, proprio per il dilavamento progressivo del suo significato, che viene caso mai riacceso e non sopito da questi dibattiti drogati dalla stampa e dalla furberia dei politici che pensano di guadagnar voti persi su cose importanti facendo i cristiani duri e puri sulla questione del crocifisso, solo su quello, perchè la morale cristiana, si sa, in politica non tira molto, in questi tempi di scarsa temperanza.
Comunque, mi si conceda... Il problema della laicità in Italia di sicuro non passa per la guerra delle croci sopra le vecchie lavagne.
sabato 31 ottobre 2009
Il Paese Normale - I
martedì 29 settembre 2009
Previsioni - VIII
LSD - Lega Socialista per il Disarmo
Nome accattivante vero?
Pregasi leggere fino in fondo...
Era il 1978
Caro compagno,
questa lettera viene inviata ai circa cento intervenuti alle due assemblee della Costituente Antimilitarista Radicale di Firenze, agli abbonati e sostenitori di AN, ad altri gruppi ed associazioni, radicali e non.
Leggerai nei fogli allegati della costituzione della LSD, della sua struttura libertaria, dei suoi programmi di lotta.
Ma non è fuorviante e inopportuno, in ore in cui si decide della sopravvivenza e dell’affossamento della Costituzione (e quindi della sopravvivenza e dell’affossamento delle speranze e dei progetti, a sinistra, per un’alternativa di libertà e di democrazia) spendere vecchie e nuove energie nella lotta antimilitarista e per il disarmo? E’ la domanda che, dall’esterno, alcuni compagni ed amici ci hanno posto.
L’assemblea di Gavoi e le riunioni successive sono state molto chiare a questo proposito: i militanti dell’LSD (…) hanno posto al centro dei primi mesi di attività la lotta per la difesa dei referendum e della Costituzione, e numerosi sono ora in digiuno assieme a decine di militanti radicali, per ottenere, da nonviolenti, l’informazione dei cittadini sui problemi politici all’ordine del giorno.
Ma l’analisi su cui fondavamo, sin da settembre, la necessità della ripresa, in forme nuove ed aperta a tutti i cittadini (non più ai soli obiettori della lotta per la pace) resta pienamente valida: c’è un piano di militarizzazione a lungo termine della vita civile che incombe, con le nuove leggi di polizia e la ristrutturazione efficientistica delle forze armate, che trova la sua conclusione progettuale nella “nuclearizzazione” della società. Ci troveremo, senza che la grande maggioranza del paese ne sia consapevole, dritti “in Germania”. Di fronte allo sporco gioco del regime che vuole respingere nel guscio della paura la opposizione popolare per mezzo della strategia del terrore, la nostra risposta deve essere immediata e nuova: riaprire le grandi lotte popolari per la pace, rilanciare l’opposizione intransigente dei cittadini all’assuefazione alle armi, alla violenza, alla presenza degli ordigni di morte, alla libera circolazione e proliferazione ed esportazione degli armamenti, in nome di una “difesa” che, giorno dopo giorno, difende solo gli interessi di regime e del capitale ed apre angosciosi fronti verso un futuro che, a detta dei più illustri scienziati che studiano la corsa agli armamenti, ci sta portando inevitabilmente, entro il Duemila, alla terza e definitiva Guerra mondiale.
Primo passo per la trasformazione socialista della società - i radicali lo sostengono da quasi vent’anni - dovrà essere, in termini economici e politici, la conversione delle strutture militari in strutture civili e di progresso. Primo passo per dar corpo alle lotte nonviolente “di movimento” che dovranno sostenere questa trasformazione, la costituzione di una nuova realtà antimilitarista popolare, come ai tempi dell’opposizione proletaria e socialista alla I guerra mondiale, o delle grandi mobilitazioni anti-atomiche dei tempi di Bertrand Russell.
Con le iniziative della Lega Socialista per il Disarmo, se saremo in molti e concordi a sostenerle, potremo fare alcuni passi in questa direzione.
Un fraterno saluto, Francesco Rutelli
A me piace ricordarlo così oggi che la sua strada (a quanto ne dice lui) è segnata...
domenica 30 agosto 2009
Hot Line
La più famosa hot line del '900 in realtà è quella che è stata meno utilizzata.
Il Telefono Rosso che collegava Mosca a Washington, acceso la prima volta il 30 agosto di 46 anni fa, ma utilizzato solo quattro anni dopo.
Lo si costruì dopo la travagliata esperienza della crisi di Cuba del 1962, quando fu evidente che le comunicazioni tra le superpotenze non potevano essere gestite con quei tempi.
Il fitto scambio di missive che caratterizzò il periodo tra il 26 ed il 28 Ottobre infatti richiedeva ben 12 ore di tempo tra la trasmissione e la ricezione completa dei messaggi. Un po' troppo per un mondo sull'orlo di una guerra atomica.
Il lavoro nella parte capitalista del pianeta fu messo a punto dalla Harris, ed inaugurato nel 1963.
Il presidente Kennedy non riuscì ad alzare mai la cornetta, causa la prematura scomparsa, e nemmeno Kruscev, per via del pensionamento anticipato...
Il primo utilizzo noto fu del 1967 per la guerra dei 6 giorni... Il solito casino tra Israele e qualche vicino di diverso culto.
Ma io amo ricordare come presunto primo utilizzo quello millantato dal generale Jack Ripper a Mandrake nel 1964
Buona Visione di un vecchio capolavoro...
martedì 28 luglio 2009
Ferie, Eire e Faerie
Ferie per me, da godersi rigorosamente in un isola. E quindi domani si parte, e chissà se avrò tempo per dare una spolveratina ai vecchi post che da molto dovrei postare, ma tra ritardi e arretrati lavorativi rimando di continuo...
Ma intanto vi annunzio il mio pellegrinaggio verso l'Isola di Smeraldo, il Regno delle Fate, un posto da Rivoluzionari...
Ci vediamo più vecchi di una decina di giorni, al mio ritorno dai cieli e dai prati d'Irlanda...
martedì 14 luglio 2009
mercoledì 1 luglio 2009
scelte ponderate
lunedì 8 giugno 2009
The Long Goodbye
martedì 2 giugno 2009
Sfilate
domenica 31 maggio 2009
Quel Maggio in Ohio
Ma Wally Hickel è stato anche il segretario degli interni dal 1968 al 1970, con Nixon seduto alla presidenza, in pieno clima di tensione nazionale. Il movimento studentesco americano, SDS si oppone decisamente alla guerra del Vietnam, le manifestazioni ed il radicamento nelle maggiori università del paese è sempre più diffuso e capillare, anche se l'estabilishment e l'opinione pubblica "adulta" mantiene il consenso stabile per il governo conservatore.
In questo contesto il presidente Nixon lancia, tra il 30 aprile ed il 1 maggio, l'invasione della Cambogia.
Il 4 Maggio 1970 nell'università di Kent, in Ohio, letteralmente assediata da militari, si tenne una grande manifestazione pacifista.
I militari, dalla cima di una collinetta, spararono sulla folla un numero di circa 60 colpi, causando la morte di 4 manifestanti ed il ferimento di altri 9.
Il massacro della Kent State University.
Il tentativo mediatico di far passare per "sporchi hippies" i morti di quel giorno, per incolpare i manifestanti stessi della morte dei propri compagni (alcuni di loro, pare nemmeno coinvolti nella manifestazione) non riuscì; dopo il massacro sempre più campus americani dovettero essere chiusi per il ripetersi continuo di manifestazioni e assemblee pacifiste.
Il Grand Jury della contea assolse le guardie, il sistema politico repubblicano dette la colpa agli studenti.
Tranne Wally Hickel. Il segretario agli interni scrisse una lettera al presidente Nixon, che divenne presto pubblica, nella quale criticava pesantemente la sua politica estera e la sua negatività verso le giovani generazioni. Fu rimosso dal suo incarico il 25 novembre 1970 dopo mesi di infuocata polemica.
Nixon invece rimase a cavallo fino allo scandalo Water Gate, non cadde mai per la politica estera, e la presenza americana in Vietnam si protrasse per altri 5 anni.
Ma in quel maggio i liberal degli states scoprirono che i pacifisti americani non erano solo degli "sporchi hippies"... Peccato che fino a quel momento, in quella guerra, ci avessero sguazzato fino al collo.
P.S: Di questa strage bisogna tenere a mente, come di tutti gli altri morti nei movimenti studenteschi occidentali. Tra qualche giorno, in Giugno, cade il ventennale di un enorme massacro di studenti riuniti in una pubblica piazza. Quello approvato dal governo cinese nel 1989... Prima che la retorica anticinese si alzi al cielo assordante è bene ricordare che anche il faro dell'occidente, quando gli serviva, ha sparato nel petto dei propri figli adolescenti.
sabato 30 maggio 2009
La Lunga Marcia
sabato 16 maggio 2009
giovedì 7 maggio 2009
Cercasi comunisti, anche mutanti, anche alieni...
Finiti gli anni settanta iniziava l'era americana di fine secolo.
Facevano capolino le prime mode del decennio, l'home video iniziava a diffondersi e i videogiochi arcade si sostituivano progressivamente ai flipper...
Poi era giunta l'Atari 2600.
Oggetto meraviglioso, in plastica e radica (che impreziosiva l'elemento di arredo) 4 o 6 levette, due controller ed un nugolo di giochi per rendere la propria casa la controparte quotidiana della sala giochi.
Space Invaders, titolo giapponese distribuito da Atari rimane probabimente il più conosciuto. Basandosi sul semplice principio di una invasione aliena da fermare a colpi di cannone, pur richiedendo, guardandolo oggi, un forte contributo immaginativo, riuscì a generare uno sviluppo di mercato tale da rendere quella di Atari un'epopea indimenticabile.
Inutile dire che non mancarono una moltitudine di cloni del titolo originale, con meccanismo di gioco pressochè identico... Space Armada, Super Invaders...
Poi, nel 1982, arriva la Arcadia Enterprise, che lancia sul mercato un gioco in cui è rappresentata una temibile ed attuale possibilità di invasione:
Communist Mutants from Space
Il pericolo questa volta è rappresentato dagli alieni del pianeta Roskiee, pronti a invadere pacifici pianeti democratici per trasformare i tranquilli abitanti in "comunisti mutanti"...
Il consiglio che riceve il giocatore sul retro della scatola è eloquente:
Vaporize the Communist Mutants before they overrun your home planet...
Ecco, oggi, quasi 20 anni dopo, a nessuno verrebbe più in mente, nemmeno in un videogame, di far attaccare la terra da una invasione di mutanti spaziali comunisti... Ormai la paura dei rossi non tira più come un tempo...
Quindi, nel caso, si potrebbe anche contare sull'effetto sorpresa!
Anche perchè secondo me in campagna elettorale un paio di questi mutanti comunisti alieni ci farebbe proprio comodo!!
giovedì 30 aprile 2009
Buon Sangue Non Mente
Che parla della prima cosa messa a posto da Obama e di un grande successo di una azienda Italiana, la solita.
Ovvero parla di come la Fiat sia andata a prendere gli aiuti di stato in USA.
Ma solo dopo aver fatto firmare ai sindacati un accordo in cui i lavoratori si tagliano gli stipendi del 25% e poi si impegnano a non scioperare più per i prossimi 6 anni...
Dice Marchionne che è un grande momento per l'Italia.
Ecco... Come mai nessuno gli chiede di spiegarci (esattamente) il perchè?
martedì 28 aprile 2009
L'altra faccia della medaglia
- Chiusi i Ristoranti di Città del Messico
- Il ministero degli esteri sconsiglia di andare in USA (postaccio quello) oltre che in Messico,
- L'OMS dice di prepararsi alla pandemia...
- Le borse crollano, non che ultimamente abbiano fatto molto di diverso, anche senza influenza.
- La Roche rassicura i francesi sottolineando che ha pronte 23 milioni di dosi di TAMIFLU® tutte per loro, oltre a le 80 milioni passate oltreoceano agli states, e ai 3 milioni di dosi mobilizzabili nei loro magazzini nell'arco di 24 ore...
Dimenticavo. Oggi la Roche Farmaceutica vola in borsa...
Ci salverà dall'apocalisse sanitaria ed economica in un colpo solo?
Qualcosa di Buono
Franco Pippo, il reuccio del salone margherita, noto (a pochi) per aver impressionato Billy Wilder nel 1972 mentre girava una piccola parte in un suo film (immaginiamo che il regista sarebbe ben più impressionato oggi) e noto (a molti) per il veleggiare abile nel trash cinematografico della commedia pecoreccia ed in quello della satira qualunquista, non è riuscito a mantenere a galla l'ennesima reincarnazione di sè, nonostante il gineceo di vallette in negligèe.
Questo vuol dire che il palato medio degli spettatori italiani si è improvvisamente raffinato come colto da improvvisa quanto provvida rivelazione notturna? Purtroppo nulla del restante contenuto di successso della scatola magica può farcelo pensare...
Perchè allora ne parlo nel blog?
Bè, perchè Pierfrancesco Pingitore, il regista di lungo corso dei programmi del bagaglino ha un'idea chiara sul perchè di questo clamoroso insuccesso:
Il crollo elettorale del centrosinistra avrebbe compromesso la satira del bagaglino facendola tracollare anch'essa.
Sapevo che da quella sconfitta, prima o poi, ne sarebbe venuto fuori qualcosa di buono!
lunedì 27 aprile 2009
Del Maiale non si butta via niente.
domenica 26 aprile 2009
Parola di un Partigiano
sabato 25 aprile 2009
La Liberazione non si aspetta
Il 25 Aprile è un raro esempio di festa laica che non ha al centro solo una vaga retorica di patria, ma un sistema di valori, quelli della resistenza al nazifascismo; che trae forza dai principi della costituzione, che parla del riscatto di quella parte buona del paese, che seppe ridare un'occasione alla democrazia, messa sotto scacco per troppi anni.
Il rischio che corriamo oggi è dimenticarci di questo 25 Aprile. Trasformarlo solo in una celebrazione vuota e stantia, in cui, in nome di una assurda riconciliazione, si celebrino i caduti repubblichini fascisti al fianco dei partigiani morti per la libertà, la democrazia e la civiltà.
Il ministro La Russa dice che “un ideale vale l'altro”, alcuni preferirebbero vietare bellaciao, altri lamentano al 25 aprile il fatto di essere festa di una parte e non di tutte le parti.
Il 25 Aprile è la festa della liberazione di tutta l'Italia dal Nazifascismo, è la festa di tutti quelli che si riconoscono nella lotta, nella resistenza, nei principi della costituzione, in ciò che ha riscattato il nostro paese da quel triste e sporco ventennio. Ma se qualcuno ha nostalgia di quegli anni, se qualcuno pensa che i valori della resistenza non siano importanti, se pensa che un partigiano sia eguale ad un volontario della X, allora questa non è la sua festa, ed è meglio lasciare da parte le ipocrisie, perchè offende la memoria leggere alcune dichiarazioni che campeggiano nei giornali in questi giorni.
C'è gente che per la Liberazione è morta. Per Conquistarla.
Non nascosta ad aspettare per controllare da che parte stare, non antifascista dal 26 Aprile in poi.
Gente che stava dalla parte Giusta.
A quelli oggi va il mio rispetto ed il mio saluto.
Degli altri, se c'è, si occuperà il padreterno.
sabato 4 aprile 2009
sabato 28 marzo 2009
Reliquie Moderne
Dalton è un cognome molto comune.
Non in Italia, ovviamente, però è molto comune.
Dalton è il nome dell'unità di misura della massa atomica, Dalton il nome di una nota banda criminale, Daltonismo l'incapacità di distinguere alcuni colori, Dalton è il nome di attori, professori...
Il Dalton più famoso però è sicuramente John Dalton.
Chimico di fama, teorizzò in tempi ancora poco sospetti (1803) la presenza dell'atomo come mattone fondamentale dell'universo e descrisse le fisse proporzioni di massa con cui si combinano tra loro gli elementi chimici.
Dalton faceva parte dei Quaccheri, una società di amici e confratelli piuttosto rigida nei costumi e affezionata ad una rigorosa sobrietà delle forme, così quando da giovane, per andare ad una riunione della congregazione estrasse un paio di calze di un rosso sfolgorante, sua madre si agitò molto... Eppure il piccolo John non capiva perchè quelle calze, del solito squallido marrone marcio, fossero così tanto appariscenti. Immerso com'era nel mondo sobrio e scuro dei Quaccheri non si era reso conto, fino ad allora, di non riuscire a distinguere alcuni colori, precisamente, come scrisse qualche anno più tardi, il verde ed il rosso.
L'articolo "Extraordinary facts relating to the vision of colors" cercava di descrivere il mondo discromico del giovane scienziato.
Per anni Dalton rimase a scervellarsi sul perchè lui, apparentemente identico agli altri, non dovesse vedere alcuni colori. Dopo molti anni arrivò a supporre che all'interno del suo bulbo oculare l'umor vitreo dovesse essere non trasparente (come normalmente) ma bluastro. Quindi la luce gli arrivava filtrata da tutto quel blu, e quindi ogni cosa rossa gli appariva scura e nerastra, così anche ogni cosa verde.
Per verificare avrebbe dovuto però levarsi un occhio.
O cavare gli occhi al proprio fratello, anch'egli colpito, ma si sa che il fratricidio è sempre qualcosa di un po' traumatico, anche a fini scientifici.
Un trauma a cui anche il pur coraggioso Dalton decise di sottrarsi, però la curiosità restava, così non potendo (o volendo) pagare il prezzo in vita, decise di pagarlo dopo morto.
Lasciò i suoi occhi alla Scienza.
Divinità per l'occasione incarnata da Joseph Ransome, attendente medico che, alla morte di Dalton, diligentemente gli "cavò gli occhi".
Ransome procedette nella verifica. Sezionò un occhio e vi estrasse il gel (umor vitreo) che si trovava al suo interno... Lo rilevò trasparente e non bluastro... Preso dallo sconforto sezionò l'altro occhio e provò a scrutare attraverso l'occhio di Dalton... Non vide colori deformati... Tutto era come sempre colorato.
Ransome non era riuscito a trovare il segreto della vista di Dalton (il Daltonismo), rimaneva un mistero apparentemente inespugnabile. Rimise assieme i bulbi oculari e li ripose su uno scaffale dell'Università di Cambridge. "Gli occhi di Dalton" conservati come un reliquia che cela chissà quale mistero.
Intanto, con il passare degli anni, si scoprì che molte persone non vedono i colori, in maniera più o meno identica a quanto avveniva al chimico e a suo fratello, anch'egli colpito; il Daltonismo infatti è (molto spesso) una malattia genetica. Gli affetti sono privi di alcuni recettori delle onde luminose, i cosiddetti coni. Nel caso dei Dalton non vedono il verde nè il rosso (rendendo impossibile cantare con consapevolezza la canzone "bandiera rossa"). La diagnosi è genetica e si fa attraverso un esame del DNA con un prelievo di sangue (quindi non serve più "cavarsi gli occhi" nè a dire il vero è mai servito), così nel 1995 qualcuno è andato a riprendere, dallo scaffale, le reliquie di Dalton ed ha estratto una minuscola quantità di DNA dalle cellule dell'occhio, immerse nella formalina vecchia di centocinquant'anni.
Egregio signor Dalton, lei è affetto da Deuteranopia, una discromatopsia ereditaria detta comunemente... ehm... Daltonismo. Ci scusi se per la diagnosi ha dovuto aspettare centociquanta anni. Per la terapia? A questa domanda il tecnico di laboratorio rimise gli occhi di Dalton nel barattolo di formalina e da lì sullo scaffale, per la terapia dovranno ancora aspettare...
Gli occhi di Dalton sanno essere pazienti.
mercoledì 18 marzo 2009
Anosognosia Sinistra
I pazienti che hanno subito accidenti vascolari importanti a carico della corteccia parietale destra possono perdere non solo la percezione e l'uso del proprio lato sinistro, ma la conoscenza stessa di esso, di tutto ciò che si trova alla propria sinistra, ed in effetti, dell' Idea stessa di Sinistra.
[Oliver Sacks - neurologo]
Strano... Deve essere una sindrome rara ovunque ma non in Italia...
Nel cortile di Casa
Un altro paese del giardino centroamericano passa a Sinistra.
Il Salvador interrompe decenni di filoamericanismo radicale, arrivato al punto di non avere una propria moneta, avere un'economia basata sulle rimesse degli immigrati, e persino inviare truppe in Iraq per dimostrare quanto bellamente si sia dalla "parte giusta".
Dopo il Nicaragua neo-sandinista, ecco quindi un altro paese in cui a 20 anni dall'ombra nera della politica Reaganiana la sinistra ritorna a vincere, con buona pace dei perbenisti e di quelli che hanno la puzza sotto il naso.
Da un lato c'era il candidato della destra "Arena", un ex paramilitare, chiamato "Attila" evidentemente non per le sue doti diplomatiche. Dall'altro Mauricio Funes un giornalista leader da pochi anni dell'FMLN, un partito dai forti richiami marxiani, nato dalla guerriglia.
Sì, perchè in Salvador la guerra civile ha insanguinato il paese per 12 anni, ed il TERRORE lo ha fatto il governo in carica, supportato dai dollari USA e dagli addestratori dei servizi americani.
Per questo il voto di oggi, appeso ad un filo, segna un nuovo inizio anche per quel piccolo paese.
Perchè sperare in un cambiamento come questo dopo la guerra civile, dopo essere stati schiacciati dall'imperialismo dei gruppi paramilitari è difficilissimo, specie nel cortile di casa USA.
Brasile, Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Chile... Un onda lunga tutto il Sudamerica...
Ditemi pure che sono un romantico testardo, però è innegabile una cosa...
Il fantasma si aggira, si aggira sempre.
sabato 14 marzo 2009
giovedì 12 marzo 2009
Atomi a quattro ruote
Macho.
(Si pensi ad Hulk - non è forse lo sprigionarsi, dopo esposizione radioattiva, della primigenia energia maschile?)
Un esercizio di dominio sulla natura che raggiunge l'interno stesso della sua essenza.
L'incanalare (che sia in grandiosi stabilimenti che producono energia, o in roboanti e strabilianti esplosioni non importa) una energia che non vediamo nè esperiamo al servizio dell'intelletto umano.
Non sorprende che gli anni '50, post bellici, imprigionati nell'ambiguità di un mondo uscito da una tragedia bellica ma entrato in una fastosa crescita economica, siano stati il decennio in cui tutto era reso possibile dall'energia del nucleo.
Grazie ad essa si era vinta una guerra, e ci si aspettavano davvero grandi cose.
In termini psicanalitici non serve nemmeno tirar fuori la pulsione di morte per spiegare tutto il fascino che sortiva l'essere in grado, come umanità, di asservire la potenza stessa che mantiene coesa la materia. Per quanto questo, nonostante l'ingenuità del tempo, provocasse qualche ansia collaterale.
Quando la prima centrale nucleare a finalità civili cominciò a produrre energia elettrica, in Idaho nel 1951, i Sovietici avevano già fatto esplodere la loro prima palla di Plutonio in terra Kazaka, nel 1949. Quest'ultima notizia non fu presa bene dall'opinione pubblica americana che non aveva più l'esclusiva pseudo-divina di cui sopra. Si sa, possedere un arma molto molto pericolosa è più eccitante se si è gli unici a possederla.
Qualche anno dopo, il 4 dicembre 1954 naque, per volere di Eisenhower e dell'ONU, l'Enea. Organizzazione per l'uso pacifico dell'energia atomica, nasce per il grande senso di responsabilità della società umana verso un uso condiviso e corretto delle possibilità messe sul campo dalla scienza.
Con l'altra mano però il presidente soldato faceva costruire il più grande bunker sotterraneo, attrezzato per contenere per mesi tutto il parlamento americano, i giudici della corte suprema e i capi di gabinetto a White Sulphur Springs, in West Virginia. In totale più di 600 persone.
Vabbè fidarsi dell'ENEA, però...
Intanto il nuovo pericolo di una esplosione nucleare veniva allegramente esorcizzato da un cartone animato infantile, in cui la tartaruga Bert lo risolveva allegramente al grido di "Duck and Cover" più o meno l'equivalente di "Giù e Copriti", il che in caso di esplosione nucleare ha più o meno lo stesso valore di declamare qualche verso di Dante a memoria calzando degli occhiali da sole.
Ma non si poteva certo gettare nel panico l'intera società.
Quindi bene propinargli la fregnaccia della tartarughina che si abbassa e si copre la testa, d'altronde mica tutti si possono costruire un bunker tra le montagne.
L'ambivalenza del nucleare però non si può sintetizzare dimenticando un progetto della Ford.
Peccato che non l'abbiano mai messa in produzione!
Ed in caso di tamponamento a catena, direte voi?
Che domande...
Duck and Cover!