domenica 31 gennaio 2010

The Catcher in the Rye died at the age of 91



[...]Migliaia di ragazzini, e intorno non c'è nessun altro, nessun grande, voglio dire, soltanto io. E io sto in piedi sull'orlo di un dirupo pazzesco. E non devo fare altro che prendere al volo tutti quelli che stanno per cadere nel dirupo, voglio dire, se corrono senza guardare dove vanno, io devo saltar fuori da qualche posto e acchiapparli. Non dovrei fare altro tutto il giorno. Sarei soltanto l'acchiappatore nella segale e via dicendo. So che è una pazzia, ma è l'unica cosa che mi piacerebbe veramente fare. Lo so che è una pazzia.



domenica 27 dicembre 2009

Questa sera al cinema


Il film più visto di quest'anno si prevede che sarà, ancora una volta, il solito polpettone avvelenato di De Sica, volgare ma pudico, ripetitivo fino alla nausea, seriale come nemmeno il peggior cinema americano degli anni '80.
Ormai non mi prendo nemmeno più la briga di pensare che l'anno prossimo sarà diverso...





Il cinema era già morto negli anni 80. Del resto sapete cosa si dice del dinosauro: muore il lunedì ma la sua coda continua a muoversi fino al venerdì. [P.Greenaway]

mercoledì 4 novembre 2009

Espulsione Eccellente


Pare che abbiano espluso il Cristo dalle scuole del Regno. Invece l'ora di religione continuerà indefessa.
Quindi hanno espulso Cristo ma si son tenuti la Chiesa. Non è un caso.
E qui c'è il primo problema, che adesso per questa fesseria dovremo sentirci le solite sirene (a dire il vero anche qualcuna in più) a criticare gli atei, a temere l'invasione dei Mori sulle nostre spiagge, a paventare la colonizzazione culturale quando saranno due decenni che siamo completamente colonizzati culturalmente... Basti dire che facciamo più primarie noi che gli States.

Ho sempre ritenuto la questione piuttosto periferica, non ho mai capito per quale misteriosa ragione ci debba essere un crocifisso nelle classi ma nemmeno ritengo che valga la pena farne un oggetto di battaglia
Qualche parola, in ogni caso, vale la pena di spenderla sulla tesi del valore intrinseco del crocifisso quale "simbolo tradizionale" scevro da connotazioni religiose, buono, per utilizzare le parole di Bertone, per "credenti e non credenti". A parte che la storica presenza di detto simbolo nelle classi non può da sola costituire una ragione per la sua permanenza, perchè se bastasse trovarne un precedente storico si potrebbero sostenere "per tradizione" pacchi di sciocchezze (Nelle scuole una volta il maestro faceva inginocchiare i bambini sui ceci, ma questo non significa che si debba farlo anche oggi), vale comunque la pena di sottolineare l'ipocrisia della posizione espressa dalla quasi totalità dei politici italiani.
L'atteggiamento ipocrita, ed a ben vedere sminuente per una religione che abbia una minima pretesa non dico mistica ma quantomeno non solo secolare, è sostenere che il crocifisso non sia simbolicamente importante come rappresentazione di una fede. Come se questo non incarnasse una fede, ma una tradizione. Tipo la zucca ad Halloween, che di certo non può essere percepita che come un espressione folkloristica, non religiosa. Il cattolicesimo è a ben vedere una fede molto secolarizzata, per cui paradossalmente ci si trova ad indignarsi più per la scomparsa dei crocifissi dalle aule che per l'abbondanza dei "mercanti nel tempio" ma ridurne l'icona stessa ad elemento folkloristico mi sembra ai confini dell'involontaria blasfemia.

La verità è che, come spesso succede in questi casi, siamo di fronte ad una falsa contrapposizione... Non credo che le persone indignate oggi pensino davvero (con qualche eccezione) che il crocifisso sia una presenza importante in una scuola, come non credo nella storia della tradizione, come non credo che il crocifisso stesso possa poi essere di tanto disturbo, proprio per il dilavamento progressivo del suo significato, che viene caso mai riacceso e non sopito da questi dibattiti drogati dalla stampa e dalla furberia dei politici che pensano di guadagnar voti persi su cose importanti facendo i cristiani duri e puri sulla questione del crocifisso, solo su quello, perchè la morale cristiana, si sa, in politica non tira molto, in questi tempi di scarsa temperanza.

Comunque, mi si conceda... Il problema della laicità in Italia di sicuro non passa per la guerra delle croci sopra le vecchie lavagne.

sabato 31 ottobre 2009

Il Paese Normale - I














Il presidente del consiglio della Repubblica Italiana
ci tiene a far sapere a tutti che
Non si dimetterà mai.
Nemmeno se condannato.

martedì 29 settembre 2009

Previsioni - VIII


"Francesco non è un voltagabbana. Al contrario: è iscritto al partito radicale da quando aveva 19 anni e continua ad esserlo"

(Giacinto Pannella detto Marco, 8 novembre 1993)

LSD - Lega Socialista per il Disarmo

Nome accattivante vero?

Pregasi leggere fino in fondo...

Era il 1978



Caro compagno,

questa lettera viene inviata ai circa cento intervenuti alle due assemblee della Costituente Antimilitarista Radicale di Firenze, agli abbonati e sostenitori di AN, ad altri gruppi ed associazioni, radicali e non.

Leggerai nei fogli allegati della costituzione della LSD, della sua struttura libertaria, dei suoi programmi di lotta.

Ma non è fuorviante e inopportuno, in ore in cui si decide della sopravvivenza e dell’affossamento della Costituzione (e quindi della sopravvivenza e dell’affossamento delle speranze e dei progetti, a sinistra, per un’alternativa di libertà e di democrazia) spendere vecchie e nuove energie nella lotta antimilitarista e per il disarmo? E’ la domanda che, dall’esterno, alcuni compagni ed amici ci hanno posto.

L’assemblea di Gavoi e le riunioni successive sono state molto chiare a questo proposito: i militanti dell’LSD (…) hanno posto al centro dei primi mesi di attività la lotta per la difesa dei referendum e della Costituzione, e numerosi sono ora in digiuno assieme a decine di militanti radicali, per ottenere, da nonviolenti, l’informazione dei cittadini sui problemi politici all’ordine del giorno.

Ma l’analisi su cui fondavamo, sin da settembre, la necessità della ripresa, in forme nuove ed aperta a tutti i cittadini (non più ai soli obiettori della lotta per la pace) resta pienamente valida: c’è un piano di militarizzazione a lungo termine della vita civile che incombe, con le nuove leggi di polizia e la ristrutturazione efficientistica delle forze armate, che trova la sua conclusione progettuale nella “nuclearizzazione” della società. Ci troveremo, senza che la grande maggioranza del paese ne sia consapevole, dritti “in Germania”. Di fronte allo sporco gioco del regime che vuole respingere nel guscio della paura la opposizione popolare per mezzo della strategia del terrore, la nostra risposta deve essere immediata e nuova: riaprire le grandi lotte popolari per la pace, rilanciare l’opposizione intransigente dei cittadini all’assuefazione alle armi, alla violenza, alla presenza degli ordigni di morte, alla libera circolazione e proliferazione ed esportazione degli armamenti, in nome di una “difesa” che, giorno dopo giorno, difende solo gli interessi di regime e del capitale ed apre angosciosi fronti verso un futuro che, a detta dei più illustri scienziati che studiano la corsa agli armamenti, ci sta portando inevitabilmente, entro il Duemila, alla terza e definitiva Guerra mondiale.

Primo passo per la trasformazione socialista della società - i radicali lo sostengono da quasi vent’anni - dovrà essere, in termini economici e politici, la conversione delle strutture militari in strutture civili e di progresso. Primo passo per dar corpo alle lotte nonviolente “di movimento” che dovranno sostenere questa trasformazione, la costituzione di una nuova realtà antimilitarista popolare, come ai tempi dell’opposizione proletaria e socialista alla I guerra mondiale, o delle grandi mobilitazioni anti-atomiche dei tempi di Bertrand Russell.

Con le iniziative della Lega Socialista per il Disarmo, se saremo in molti e concordi a sostenerle, potremo fare alcuni passi in questa direzione.

Un fraterno saluto, Francesco Rutelli


A me piace ricordarlo così oggi che la sua strada (a quanto ne dice lui) è segnata...

domenica 30 agosto 2009

Hot Line

ovvero breve omaggio al telefono rosso

La più famosa hot line del '900 in realtà è quella che è stata meno utilizzata.
Il Telefono Rosso che collegava Mosca a Washington, acceso la prima volta il 30 agosto di 46 anni fa, ma utilizzato solo quattro anni dopo.

Lo si costruì dopo la travagliata esperienza della crisi di Cuba del 1962, quando fu evidente che le comunicazioni tra le superpotenze non potevano essere gestite con quei tempi.

Il fitto scambio di missive che caratterizzò il periodo tra il 26 ed il 28 Ottobre infatti richiedeva ben 12 ore di tempo tra la trasmissione e la ricezione completa dei messaggi. Un po' troppo per un mondo sull'orlo di una guerra atomica.


Il lavoro nella parte capitalista del pianeta fu messo a punto dalla Harris, ed inaugurato nel 1963.
Il presidente Kennedy non riuscì ad alzare mai la cornetta, causa la prematura scomparsa, e nemmeno Kruscev, per via del pensionamento anticipato...

Il primo utilizzo noto fu del 1967 per la guerra dei 6 giorni... Il solito casino tra Israele e qualche vicino di diverso culto.
Ma io amo ricordare come presunto primo utilizzo quello millantato dal generale Jack Ripper a Mandrake nel 1964





Buona Visione di un vecchio capolavoro...